LAMPEDUSA, GIUSY NICOLINI VITTIMA DELLE FAIDE INTERNE DEL PD
IL NUOVO SINDACO MARTELLO VUOLE PIU’ GARANZIE SULLL’ACCOGLIENZA
Parla di «una rivincita consumata a sangue freddo» Salvatore Martello, Totò per gli amici, il nuovo sindaco di Lampedusa che spodesta Giusy Nicolini. L’avversaria di sempre. Entrambi Pd. Con circoli separati.
E con rivincita covata da cinque anni, da quando Martello cominciò a gridare all’impostura vedendo l’ex segretaria di Legambiente volare sulle prime pagine di tutti i giornali accanto a Papa Francesco, Obama e Renzi che l’ha voluta in segreteria nazionale Pd.
Immagini e storia che Martello, sindaco per due legislature fino al 2001, proprietario di alberghi e leader dei pescatori di Lampedusa, liquida infierendo: «Ladra di medaglie».
Il buio dell’isola
Lei non incassa e respinge al mittente epiteti e provocazioni, ma deve fare i conti con lo scrutinio che fa trionfare con 1.566 voti Martello condannandola addirittura al terzo posto con 908 voti, dopo il giovane assicuratore e giornalista scelto dal Movimento Cinque Stelle, Filippo Mannino, che ha raggiunto quota 1.116.
In coda la pasionaria della Lega Nord, Angela Maraventano, ferma a 231 voti.
Questo il verdetto dei quattromila lampedusani affluiti ai seggi in massa, con una percentuale che sfiora il 79 per cento.
Per una notte tutti svegli. Anche quando nell’isola è andata via la luce per un guasto e lo scrutinio s’è bloccato per riprendere prima dell’alba.
Accoglienza da modificare
Alla stessa ora in cui una motovedetta della Capitaneria rientrava dopo una missione di soccorso con 102 migranti recuperati vicino alle coste libiche.
Un’altra operazione che Giusy Nicolini, premio Premio Unesco per la Pace, forse avrebbe visto come un buon segno in caso di vittoria, riproponendo l’immagine di una Lampedusa che apre le braccia.
Mentre per Martello è la conferma che «adesso sul piano dell’accoglienza, o meglio dell’organizzazione dell’accoglienza, deve cambiare tutto».
Eccolo pronto ad una rivoluzione copernicana che forse non piacerà a molti: «Le nostre braccia restano aperte, ma vogliamo prima sapere quali sono le regole date: quanti ne possono arrivare, quanto tempo debbono restare, dove debbono stare».
Migranti e reti metalliche
Riferimento esplicito alla gestione dell’hotspot, del Centro di contrada Imbriacola, a quattro chilometri dalle spiagge, circondato da reti metalliche e agenti di guardia. Perchè Martello è categorico: «Non ne possiamo più di vedere sciamare i migranti ovunque. Debbono dirci se da quel Centro si può entrare o uscire senza problemi. Stabiliamo le regole. Si dica se reti metalliche e poliziotti servono solo per non fare entrare i lampedusani nel Centro accoglienza».
Il medico di «Fuocoammare»
Una provocazione da Martello spesso riproposta negli anni dell’era Nicolini trovando spazio fra i suoi concittadini e molto meno sui mass media concentrati su eventi come l’Orso d’oro vinto a Berlino da «Fuocoammare», il docufilm di Gianfranco Rosi.
Con un protagonista, Pietro Bartolo, il coordinatore del Poliambulatorio, sempre associato dalla stampa alla sindaca che Renzi volle al suo fianco per la cena con l’ex presidente degli Stati Uniti, Obama.
Ma queste vulcaniche elezioni rivelano adesso che fra sindaca e Bartolo c’è stata una frattura e che il medico famoso per avere curato migliaia di migranti in campagna elettorale non stava dalla sua parte.
Fa parte di quelle che Martello continua a chiamare «le imposture» di un’era, adesso alla svolta: «A cominciare dagli sbarchi. Se non c’è una emergenza perchè continuano a portare migranti a Lampedusa, anzichè sulla terra ferma, da Porto Empedocle a Pozzallo o Augusta? E’ arrivato il momento della chiarezza».
Il segretario amareggiato
Ma c’è chi interpreta tutto questo come una fase di restaurazione in un’isola dove ormai da quasi dieci anni esistono due circoli Pd, uno gestito dal marito della ex sindaca, Giuseppe Palmeri, e l’altro da Martello.
Una guerra fratricida che ha visto schierare Renzi solo da una parte. Come lo stesso segretario provinciale di Agrigento, Peppe Zambito, scrittore e organizzatore di kermesse letterarie, amareggiato per Giusy: «Forse ha avuto troppi riconoscimenti e per molti siciliani non va bene. Siamo così bravi a farci del male da soli, da sempre».
La sindaca e il repulisti «a mia tutela»
Non ha il tempo di ringraziare nè Zambito nè centinaia di amici ed estimatori che inviano messaggi la ex sindaca.
Si affaccia per un istante dalla porta del suo ufficio al municipio di Lampedusa. Telegrafica: «No, non ho tempo di replicare a Martello. La mia priorità adesso è un’altra. È’ svuotare la stanza e fotocopiare carte a mia tutela».
E infatti copia su pendrive i file del computer, cancella documenti e corrispondenza privata, fotocopia interi faldoni e ne cestina altri.
Un repulisti fatto con l’ansia di non consegnare pezzi di via propria a chi succede. Sintomo di una diffidenza che sfocia nell’istinto dell’autotutela.
Preoccupata da come carte e impegni di questi anni potrebbero essere malamente interpretati.
(da “il Fatto Quotidiano”)
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