LAZIO, TRE MESI PER ANDARE ALLE URNE
SI VA VERSO LA CAMPAGNA ELETTORALE, IL PD LANCIA GASBARRA, REBUS UDC
Dopo le dimissioni di Renata Polverini, per indire le elezioni per la nuova giunta della Regione Lazio c’è tempo 90 giorni.
La legge regionale numero 2 del 2005 recita: «Nei casi di scioglimento del Consiglio regionale, previsti dall’articolo 19, comma 4, dello Statuto, si procede all’indizione delle nuove elezioni del Consiglio e del Presidente della Regione entro tre mesi».
E poi precisa: «Le elezioni sono indette con decreto del Presidente della Regione».
La data delle elezioni deve essere quindi fissata dopo un minimo di 45 giorni.
Nella legge nazionale numero 108 del 1968 (‘Norme per l’elezione dei consigli regionali delle regioni a statuto normalè) si afferma infatti che «i sindaci dei comuni della regione ne danno notizia agli elettori con apposito manifesto che deve essere affisso quarantacinque giorni prima della data stabilita per le elezioni».
Ma la prassi ha avuto anche tempi più lunghi: dopo le dimissioni da governatore di Piero Marrazzo, le elezioni furono indette con decreto il 26 gennaio 2010 e poi si sono tenute il 28 e 29 marzo 2010, circa due mesi dopo.
Nello statuto regionale del Lazio si stabilisce anche che «le dimissioni volontarie, la rimozione, la decadenza, l’impedimento permanente e la morte del Presidente della Regione comportano le dimissioni della Giunta regionale e lo scioglimento del Consiglio regionale. L’esistenza di una causa di cessazione della carica di Presidente della Regione, fatta salva l’ipotesi della rimozione nonchè dello scioglimento del Consiglio ai sensi dell’articolo 126 comma 1 della Costituzione è dichiarata con proprio decreto dal presidente del Consiglio regionale».
Dunque Renata Polverini, secondo la prassi, dovrebbe dare comunicazione delle sue dimissioni al presidente del Consiglio Mario Abbruzzese, a cui spetterebbe l’ufficializzazione con decreto dello scioglimento del Consiglio.
Poi, come stabilisce sempre lo statuto, la giunta dimissionaria «resta in carica presieduta dal presidente della Regione ovvero dal vicepresidente nei casi di rimozione, decadenza, impedimento permanente e morte del presidente, limitatamente all’ordinaria amministrazione, fino alla proclamazione del presidente della Regione neoeletto».
Con le dimissioni di Renata Polverini la campagna elettorale è ai nastri di partenza.
Più che dalle primarie insomma il Pd nel Lazio è stato spinto ad accelerare la sua strategia dall’inchiesta sui fondi Pdl.
La corsa in Campidoglio tra Nicola Zingaretti e Gianni Alemanno si vincerà ora anche in tandem alla sfida per la Regione.
Una Regione Lazio che ormai suona quasi come una maledizione (tre governatori bruciati da diverse inchieste) e che per il Pd dovrebbe vedere la candidatura di Enrico Gasbarra, gia presidente della Provincia di Roma e segretario regionale.
Del resto a spingere sull’acceleratore delle dimissioni sono stati proprio loro due, Zingaretti e Gasbarra, dopo il “la” dato dal primo sul twitter «tutti a casa».
E così in due giorni la parola d’ordine è diventata «via dalla Pisana», l’aula consiliare che Franco Fiorito, ex capogruppo Pdl indagato per peculato, ha dipinto ai pm romani come una sorta di Eldorado popolata da consiglieri dediti alla corsa all’oro.
Una decisione etica sicuramente ma anche elettorale per smarcarsi nettamente da una «storiaccia».
Decisivo per le dimissioni è stato anche Casini che ha detto «ora la parola ai cittadini».
La grande partita a Roma è l’alleanza con l’Udc e il caso Polverini ha permesso al Pd romano di testare la «tenuta» del possibile alleato o almeno la possibilità di trovare alcune convergenze con il partito di Casini corteggiato anche da Alemanno.
Se infatti alla Regione l’Udc era in maggioranza, in Campidoglio è all’opposizione e il sindaco più di una volta aveva “sognato” politicamente una giunta più ampia sul «modello Polverini». Rimpasto mai arrivato.
Ora la sfida si annuncia durissima e sul doppio terreno Comune-Regione.
E l’Udc potrebbe veramente fare la differenza.
Alla fine infatti oggi ha incassato i «grazie» di tutti.
Della dimissionaria Renata Polverini, «mi è stato vicino fino all’ultimo».
E del capogruppo Pd alla Regione Esterino Montino: «La fine di questa brutta pagina è stata raggiunta anche grazie al comportamento responsabile dell’Udc».
Il corteggiamento è appena iniziato.
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