LE CRITICHE DA DESTRA AI SOVRANISTI “MORTIFERI E TRADITORI”
FILIPPO ROSSI, CON “DALLA PARTE DI JEKYLL. MANIFESTO PER UNA BUONA DESTRA” (MARSILIO EDITORE) ELABORA L’ATTO DI ACCUSA AL MISTER HYDE CHE DOMINA LA SCENA POLITICA ITALIANA
Esiste una destra al di fuori di Matteo Salvini? Esiste una destra al di fuori di Giorgia Meloni?
Posto che, “in tutti i paesi occidentali esiste una destra schifosa, inimmaginabile, inqualificabile e inavvicinabile. Una destra populista e qualunquista, razzista, xenofoba, intimamente becera”; al cospetto di “una destra psicologicamente nazisteggiante”, esiste ancora una politica “che non parla alla pancia ma al cuore e al cervello e che può ancora richiamarsi a una cultura di destra”?
Doveva arrivare da un intellettuale di destra uno degli atti di accusa più duri al mister Hyde che domina lo scenario politico italiano (e non solo).
Accuse durissime allla “destra cattiva”, alla “Bestia”, al “truce”, al “plebeo”, che prevale sul “rispettabile dottor Jekyll”.
Filippo Rossi, fondatore del festival Caffeina, ai tempi del think-tank finiano FareFuturo – già , c’è stato un tempo, solo qualche anno fa, prima degli staff social più o meno bestiali, in cui la politica e la sua comunicazione si faceva nei think-tank – fu uno dei protagonisti e degli ispiratori della torsione della destra italiana post fascista in moderna e liberale.
Con altri eterodossi come Luciano Lanna, Sofia Ventura, Alessandro Campi, Benedetto Della Vedova, Fabio Granata e Flavia Perina, della genesi di Futuro e Libertà , che provava ad andare oltre l’Msi, An e il Popolo della Libertà .
Svolta faticosa, che provava a farsi egemonia culturale, osteggiata duramente dal mondo allora egemone berlusconano, non premiata nelle urne, e soprattutto demolita dall’emergere di categorie allora non predominanti come sovranismo o populismo. E oggi?
Oggi, scrive Filippo Rossi nel suo “Dalla parte di Jekyll. Manifesto per una buona destra” (Marsilio Editore), “una speranza a cui appoggiarsi è la fortissima sensazione di estraneità rispetto a una destra sempre più caricaturale, deforme. Sempre più estrema in ogni sua espressione. Maleducata. Irascibile”.
Oggi, continua Rossi, la sfida ”è nel coltivare il dissenso, nel combattere la deriva estrema di una destra semplificatrice che, per raggiungere il potere e mantenerlo, incatena gli uomini alla loro stessa paura”. Che “militarizza la società ”.
Le accuse di Filippo Rossi non sono generiche, ma hanno destinatari precisi. “Nomi e cognomi? – si legge – È sin troppo facile pensare al leader della Lega Matteo Salvini e a Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia. Hanno in effetti tutte le caratteristiche politiche del mister Hyde: plebei più che populisti, orgogliosamente estremisti”. In una parola abbastanza efficace: “Gutturali”.
Ma non basta: “A pensarci bene, oltre a essere mortifera, questa destra è anche traditrice. Lo stesso Matteo Salvini è un traditore. Traditore della civiltà italiana, capace di accogliere, aprirsi, vivere. (..) È traditore di una destra che vorrebbe essere giusta e rigorosa, che sa benissimo che salvare tutti non significa accogliere tutti”.
In definitiva, sintetizza Filippo Rossi, “Matteo Salvini è un anti-italiano. Lo è sempre stato e lo è ancora”.
Come è potuto accadere? Colpa della “condizione di impoliticità ” in cui la destra italiana “ha vissuto per troppi anni”. “Crogiolo perfetto per forgiare quel brodo culturale che l’ha condotta ad applaudire e cavalcare acriticamente ogni forma di generico populismo e bieco estremismo, che invece la riporteranno tragicamente indietro di decenni”.
Esempi? Dall’innamoramento per Di Pietro all’infatuazione per Berlusconi.
Per evitare “l’eterno ritorno dell’eguale biografia di una (certa) destra”, Filippo Rossi prova a ipotizzare “un’altra politica: moderna, laica, civile, e realista. Una politica patriottica senza essere nazionalista, aperta al nuovo. Anti-ideologica”.
Parole lontane anni luce dal lessico oggi trionfante. Insomma, c’è molto da lavorare per il rispettabile dottor Jekyll.
(da “Huffingtonpost”)
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