LE PARTI SOCIALI AL GOVERNO: “MOMENTO GRAVE, BASTA SCUSE”
DOCUMENTO COMUNE DI IMPRESE E SINDACATI, SEI PUNTI PER LA CRESCITA: “RIFORME SUBITO, NON SI PUO’ ASPETTARE SETTEMBRE”… BARROSO PREOCCUPATO
Un accordo in sei punti su pareggio di bilancio, costi della politica, sblocco degli investimenti pubblici, semplificazione nella pubblica amministrazione e riforma del mercato del lavoro.
Così le parti sociali si sono presentate all’atteso incontro di questa mattina con il governo.
Un “documento comune” che il presidente degli industriali Emma Marcegaglia ha letto al tavolo di questa mattina con l’esecutivo.
“La gravità del momento non consente pause e va affrontata con la massima determinazione senza cercare scuse o scappatoie, non si può restare fermi fino a settembre, ha detto il leader di Confindustria a nome delle parti nella conferenza stampa conclusiva del vertice, ribadendo quanto enunciato nel documento condiviso. “Noi siamo a disposizione nei prossimi giorni e nelle prossime settimane. Riteniamo che il Consiglio dei Ministri debba assumere decisioni rapidamente e sottoporle al Parlamento senza soluzioni di continuità . Non possiamo permetterci di rimanere fermi e in balia dei mercati fino a settembre. Il confronto non può esaurirsi in un incontro. Ma l’incontro di oggi non può esaurirsi in un avvio”.
Per il leader degli industriali “i punti proposti dalle parti sociali sono stati condivisi dal Governo. Attendiamo ora di capire – ha detto – se verranno affrontati con l’urgenza e il senso di emergenza che noi sentiamo molto forte”.
La presidente di Confindustria davanti ai giornalisti ha sintetizzato i punti presentati al governo entrando nel merito di alcuni di questi dal “la credibilità del pareggio di bilancio”, che secondo le parti andrebbe costituzionalizzato, ai “provvedimenti strutturali per aumentare la produttività pubblico impiego e modernizzare il welfare”, fino al “taglio dei costi della politica che va anticipato subito”.
In particolare, ha aggiunto Marcegaglia, vanno rivisti “i costi assemblee elettive”, abolite le province e accoprati i piccoli comuni”.
Secondo la leader degli industriali è poi “fondamentale il tema dei fondi europei: “Rischiamo di perdere 7 miliardi di fondi strutturali entro la fine dell’anno; abbiamo poi chiesto di contrastare l’evasione anche riducendo l’uso del contante e aumentare la fatturazione elettronica”.
Dalla Marcegaglia è giunta poi la richiesta di un “piano straordinario di lotta” all’evasione fiscale contributiva.
Per le imprese ha indicato la richiesta di “detassare i premi di risultato in modo strutturale e incetivare crescita dimensionale e la patrimonializzazione”.
Divise invece le parti sociali sul tema delle privatizzazioni.
Un punto, l’unico, su cui il segretario della Cgil ha espresso il suo dissenso rispetto al documento presentato stamane.
Otto i punti con cui il governo ha voluto rispondere alle sollecitazioni delle parti sociali.
Li ha elencati in conferenza stampa il presidente SIlvio Berlusconi, spiegando che l’esecutivo si metterà al lavoro già nei prossimi giorni e si presenterà a settembre con un piano da sottoporre al Parlamento.
Questi i temi elencati dal premier: Pareggio di bilancio e libertà economica nella Costituzione; riforma assistenziale e fiscale e contrasto all’evasione; modernizzazione delle relazioni industriali e del mercato del lavoro; finanze e reti di impresa con internazionalizzazione; accelerazione opere pubbliche, delle reti energetiche e delle nuove reti di telecomunicazione; privatizzazioni anche dei servizi pubblici locali e liberalizzazioni; costi della politica e semplificazione della politica della burocrazia e delle funzioni pubbliche e sociali centrali e locali; diffusione delle nuove tecnologie, fondi strutturali europei e mezzogiorno.
Concetti che sentiamo ripetere da anni senza veder mai nulla di realizzato concretamente.
Entrando nel merito delle tensioni che stanno colpendo i mercati, Berlusconi ha detto di non ritenere che la situazione possa peggiorare.
“Non credo che la crisi si aggraverà e non dobbiamo essere spaventati che gli spread attuali possano mantenersi’, ha detto il presidente del Consiglio.
Soddisfatto del vertice anche il ministro dell’Economia Giulio Tremonti, che ha rassicurato sull’azione in sede comunitaria e internazionale del nostro Paese. “Abbiamo oggi un metodo di lavoro che non è solo Italia su Italia, ma anche con l’estero, con contatti con le principali istituzioni economiche internazionali, Commissione Europea, Ocse e Fmi, per un confronto su percorso e proposte”. Un’affermazione che ha dato il la anche a un piccolo battibecco con il presidente del Consiglio, che ha interrotto Tremonti suggerendo di includere anche la Banca Centrale Europea.
“Credo sia molto importante ma non coinvolgibile”, il commento piccato del ministro dell’Economia.
Intanto dall’Unione Europea arriva l’avvertimento del presidente della Commissione Europea “Qualunque siano le motivazioni, è chiaro che non abbiamo più a che fare solo con una crisi della periferia dell’area euro”, ha detto Barroso in una lettera inviata ai leader Ue.
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