LETTA CORTEGGIA FORZA ITALIA PER FAR FUORI SALVINI E CONCORDARE UN NOME PER IL QUIRINALE
FORZA ITALIA SPACCATA, BERLUSCONI CI PENSA
La politica a volte sconfina nel paranormale. Trentanove anni fa, ad esempio, ci fu una celebre seduta spiritica con alti papaveri della Dc per scoprire dov’era tenuto prigioniero Aldo Moro.
Padre Amorth, celebre esorcista, confessò di aver conosciuto in vita sua non pochi leader posseduti dal demonio. Si registrano ogni tanto clamorosi casi di “glossolalia” con ex premier (vedi Matteo Renzi) che parlano linguaggi a loro sconosciuti, tipo l’inglese. Ultimamente è spuntato addirittura un fantasma che si aggira tra i palazzi romani, intorno al Quirinale in modo particolare.
È lo spettro di Ursula, cioè della strana alleanza che si sarebbe dovuta formare alcuni mesi fa in Italia sulla scia di quella europea tra Popolari, Socialisti e Verdi a sostegno della presidente van der Leyen.
Nel caso nostro si ipotizzava una maggioranza anomala tra Pd, M5S e Forza Italia in difesa del governo Conte. Non se ne fece nulla, però; difatti al posto dell’Avvocato del popolo adesso ci ritroviamo Mario Draghi.
Ma da un paio di settimane l’ipotesi Ursula, che sembrava morta e sepolta, ha ripreso a circolare sotto forma di ammiccamenti, segnali di fumo, allusioni per addetti ai lavori, come se da un momento all’altro potesse tornare miracolosamente in vita. Il fenomeno richiede spiegazioni.
La prima che viene in mente è legata a Salvini. Più Matteo alza la voce, più fa traballare il governo con i suoi scatti d’umore e più da sinistra se ne vorrebbero sbarazzare. Convivere con un personaggio del genere è diventato quasi una forma di masochismo.
Purtroppo, senza l’apporto del centrodestra, Draghi finirebbe in minoranza e Mattarella non saprebbe a che santo votarsi. Per cui certi esponenti Dem, in preda alla disperazione, non trovano di meglio che puntare su Berlusconi.
Ci riprovano come tre mesi fa. Sperano di sganciarlo da Salvini, di convincerlo a sostenere il governo perfino se il Capitano, in uno dei suoi colpi di testa, tornasse all’opposizione insieme con la Meloni.
Fanno leva sui tre ministri di Forza Italia (Renato Brunetta, Mara Carfagna, Mariastella Gelmini) decisissimi a non mollare; soprattutto contano sulle capacità persuasive di Gianni Letta, l’ottantaseienne zio di Enrico, che da Berlusconi sa farsi ascoltare.
Seconda spiegazione, collegata alla prima: tra nove mesi verrà eletto il tredicesimo presidente della Repubblica. E i numerosi aspiranti al Colle, che sono quasi tutti vecchie conoscenze Pd, sanno di non potercela fare con i soli voti loro e dei Cinque stelle.
Servirebbero ulteriori apporti, fuori dal recinto della vecchia maggioranza giallorossa; dunque li cercano dalle parti del Cavaliere, dove si contano la bellezza di 140 grandi elettori (88 deputati, 52 senatori).
Ma Silvio davvero si presterebbe a eleggere un Prodi, un Franceschini, un Veltroni, addirittura un D’Alema, tutti avversari con cui si è allegramente scornato per oltre un quarto di secolo?
La risposta non è di quelle banali. C’è chi racconta Berlusconi prigioniero del cerchio magico salviniano, guardato a vista da Licia Ronzulli, Niccolò Ghedini e Antonio Tajani, dunque isolato dal resto del mondo, inibito dal prendere decisioni, per giunta depresso e parecchio malconcio. Su un Cavaliere così, il Pd non potrebbe certo contare.
Altri però lo descrivono arzillo e voglioso, soddisfatto di Super Mario, anzi quasi invaghito di Draghi e perfino disposto a mollare la Lega senza nulla in cambio se questo fosse il prezzo per salvare l’Italia: da vero statista europeo, alla faccia di chi lo giudicava un Caimano.
Quanto al Quirinale, è vero che Silvio corre per sé e, sotto sotto, ancora ci spera; ma con i giudici di nuovo alle calcagna, e il conseguente rischio di nuove condanne per corruzione di testimone, presto l’uomo farà i conti con la realtà.
A quel punto perderà interesse nella corsa presidenziale e i suoi 140 “peones” finiranno all’asta, ceduti al migliore offerente.
Magari se ne sganceranno in numero sufficiente per riscattare il povero Draghi da Salvini, o per eleggere un presidente (il quarto consecutivo) indicato dalla sinistra. Adesso è impossibile prevederlo.
Ma in attesa che si sciolga l’arcano, il fantasma di Ursula scompare e riappare.
(da Huffingtonpost)
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