L’INVITO A PALAZZO CHIGI SFARINA IL CENTRODESTRA
L’INCONTRO SLITTA A DATA DA DESTINARSI, ANCHE L’OPPOSIZIONE LITIGA TRA RIPICCHE E GELOSIE
Anche l’opposizione nel suo piccolo litiga. Le frizioni Pd-Cinquestelle sulla gestione del nuovo ponte di Genova fanno passare in sordina la giornata di passione vissuta dal centrodestra.
L’invito del premier Giuseppe Conte alla coalizione Berlusconi-Salvini-Meloni — convocata a Palazzo Chigi per domani pomeriggio – scatena nei destinatari una ridda di ripicche, gelosie, personalismi. Ed equivoci.
La leader di FdI accetta prontamente con richiesta aggiuntiva di riunione in streaming. Il leader della Lega, invece, dice no: il “signor Conte” è “un chiacchierone”, prima mantenga le promesse su Cig e cantieri, e loro non sono “a disposizione di nessuno”. Segue irritazione reciproca mentre Forza Italia, basita, sta alla finestra.
A quel punto Conte, da Madrid, trova il tempo di dedicarsi a loro: “Mi ricordano un po’ Nanni Moretti in Ecce Bombo: mi si nota di più se lo facciamo a Palazzo Chigi o a Villa Pamphilj, se lo facciamo per canali istituzionali o non istituzionali, in streaming o con rappresentazione fotografica?”.
Citazione che non è il massimo del garbo istituzionale, certo, ma possiede un’innegabile efficacia.
Nel centrodestra, pur masticando amaro, se ne rendono conto. E, dopo un giro di telefonate, producono una posizione unitaria: sì al confronto, ma la settimana prossima.
Ovvero a data da destinarsi, dato che se ne parlerà al rimpatrio del capo del governo. “L’ipotesi di domani non è percorribile — fanno sapere leghisti, forzisti e meloniani — per il poco preavviso, per impegni precedenti e per la scarsa chiarezza con cui Palazzo Chigi ha deciso di informare i leader, ovvero in tempi diversi”
Il dissidio sta tutto lì. Nella tempistica dell’invito. Che, secondo la versione della Lega, era a loro sfavore, se non addirittura un trappolone. A mezzogiorno, Salvini è a un incontro con gli imprenditori insieme a Lucia Borgonzoni quando i giornalisti gli chiedono se andrà all’incontro con il premier e lui risponde picche. In realtà , parla in astratto. Perchè alla sua segreteria la mail di invito per Palazzo Chigi arriverà solo a mezzogiorno e mezzo. Cioè a frittata già fatta. Cioè ben dopo l’invito “personale” già ricevuto — e commentato sulle agenzie di stampa – da Giorgia Meloni.
Salvini è a dir poco seccato. Con il protagonismo di Giorgia, fresca di cinque pagine di servizio su Panorama in cui viene bucolicamente ritratta tra piante mediterranee, mici e scottish terrier, ma anche incoronata star del centrodestra, regina di consensi nei sondaggi e finanche possibile competitor per la premiership.
Un titolo che è anche un monito: “Se supero Fini, missione compiuta”. Catenaccio: “La donna che ha portato la Destra dal 4 al 15% e ora punta alla leadership”.
Più di una punzecchiatura dal settimanale che non è più l’house organ del Cavaliere, ma certo non gli è ostile. Il capo della Lega però ce l’ha soprattutto con Conte e con il suo invito provocatorio. “Un’operazione con doppio fine — mugugnano i suoi — Spaccare la coalizione e far perdere le staffe a Matteo”.
Operazione, per alcune ore, riuscita. Mentre Forza Italia mantiene un prudente silenzio, con Antonio Tajani che aspetta le decisioni degli alleati. O tutti o nessuno, è l’unico terreno comune.
A dividersi, insomma non è solo la maggioranza di governo: se Atene piange, Sparta ha poco da ridere. Alla fine, la quadra (teorica) si trova. E la palla torna a Conte. Quello a cui l’azzurra Licia Ronzulli prova a restituire la citazione morettiana: “Fa cose, vede gente…”. Quello, però, che nell’intervista a Panorama la Meloni aveva scolpito come “garbato, ma scaltro”. E che stavolta li ha fatti ballare.
(da “Huffingtonpost”)
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