“L’ITALIA SI ILLUDE, ALLA FINE ABBASSEREMO LA TESTA DAVANTI A MACRON”
INTERVISTA ALL’ECONOMISTA SAPELLI SUL CASO FINCANTIERI-STX: “LA FRANCIA NON CEDE LE CHIAVI DI UN PORTO MILITARE A UN PAESE STRANIERO”
“Solo un ingenuo poteva credere che i francesi avrebbero ceduto il porto di Saint-Nazaire. Quella è una zona militare, non so se mi spiego”.
Giulio Sapelli è tranchant sull’affaire Fincantieri-Stx e il gelo calato sui rapporti diplomatici e industriali tra Italia e Francia. Storia di affari e di armi, secondo l’economista e storico esperto di imprese.
Affari e armi che, secondo Sapelli, portano dritti alla Libia.
Cosa vuol dire per Emmanuel Macron giocare questa partita su Stx?
“Fin dall’inizio avevo detto che questa partita sarebbe stata preclusa all’Italia. Fincantieri è entrata in un gioco senza partita. La Francia non cede le chiavi di un porto militare a un Paese straniero. E le ragioni riguardano l’interesse nazionale. Queste sono cose che possono accadere solo in Italia, dove molti politici fanno gli interessi di altri Stati”.
Ovvero?
“I nomi li farò in un libro. Si possono elencare uno a uno con lo Stato accanto”.
Lei dice che è da ingenui credere di entrare in quel giro. Perchè la Corea sì e l’Italia no?
“Prima di tutto la Corea del Sud è uno Stato che ha molto meno peso di quello che avremmo avuto noi. Se si va a vedere i contratti lo si capisce che con la Corea non c’era un legame così forte. In secondo luogo la Corea è un posto importante per la Francia per la vendita di armi, un luogo di smercio. Per questo aveva un senso”.
Macron proporrebbe all’Italia di fare fifty-fifty, ma di ampliare l’intervento al ramo militare.
“Ecco, il fifty fifty non conviene affatto all’Italia. Quello che si prospetta è solo un primo passaggio verso un gruppo europeo in cui i francesi avrebbero la maggioranza. A quel punto Fincantieri non toccherebbe palla sul militare, con le sue navi da crociera sarebbe solo in ostaggio dei francesi”
Come giudica questa mossa così eclatante da parte dell’Eliseo?
“Macron è stato messo lì da chi vuole una nuova Francia più gollista che europea. Di qui il grande protagonismo su molti temi nazionali del giovane presidente”.
Legge così anche il vertice sulla Libia?
“Ma certamente: la partita libica va letta tutta nel senso di un nuovo gollismo francese. Parigi ha un forte potere nell’Africa subsahariana. Per estendere il suo campo di influenza deve espandersi a Nord. Ecco perchè la Libia è essenziale. Sinceramente non so però se ci riuscirà . Haftar e Serraj non controllano quasi nulla nel Paese. Ma non c’è solo la Libia”.
Cos’altro?
“C’è anche il recente accordo Francia-Germania per la costruzione di un nuovo caccia da combattimento, un’intesa in sfregio a tutti i patti europei che avrebbero richiesto anche il coinvolgimento dell’Italia. Questo davvero fa il paio con Saint-Nazaire e riguarda da vicino l’industria bellica e le strategie militari di Parigi. Non dimentichiamoci che il capo di Stato maggiore si è appena dimesso. Poco credibile che si sia dimesso solo per i tagli alla Difesa. La verità è che era critico sulla nuova strategia. Come tutti i militari, che sono senza dubbio più prudenti dei politici, ha preferito fare un passo indietro”.
In Italia comunque ci sono molti investimenti francesi, non conviene a nessuno un conflitto così.
“Eccome: dalle privatizzazioni di Prodi alla Telecom di Bollorè di oggi lo shopping è stato senza soluzione di continuità . La Francia si muove con colossi, ma su materie come la Difesa, ripeto, non ce n’è per nessuno. Credo che alla fine Fincantieri dovrà abbassare la testa”.
(da “Huffingtonpost”)
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