LIVORNO, MAGGIORANZA M5S A RISCHIO, ARRIVA LA TEGOLA AGEN
UN CONSIGLIERE E’ PROSSIMO A TRASFERIRSI IN SPAGNA, MA SE LASCIA SUBENTRA UNA “FUORIUSCITA” DAL MOVIMENTO CHE FAREBBE CADERE LA GIUNTA
“Sono sereno”, ripete il sindaco 5 Stelle Filippo Nogarin. Non altrettanto possono dire però i fan del Movimento che ancora gli sono rimasti fedeli.
Con 4 consiglieri comunali espulsi, la maggioranza che sorregge Nogarin, appena raggiunto da un avviso di garanzia per bancarotta fraudolenta a seguito dell’inchiesta sull’azienda dei rifiuti, può contare oggi su 17 voti. Contro i 16 di tutte le forze d’opposizione. Ovvero, un solo voto di scarto.
E se nelle ultime sedute, i 17 eletti 5 Stelle si sono presentati compatti come una falange macedone, parchi negli interventi e generosi di sì alle delibere della giunta, l’aritmetica pentastellata rischia di trasformarsi comunque in un incubo.
Sotto la superficie c’è il caso Agen che monta. E che rischia di esplodere la prossima estate:
Federico Agen è un insegnante dell’istituto Galilei di Livorno, sposato ad una signora spagnola, che si è già trasferita per motivi di lavoro in Spagna con la figlia. E anche Agen progetta di trasferirsi presto, appena troverà un lavoro che la moglie gli sta cercando.
Ma ha un problema: non si può dimettere da consigliere comunale dei 5 Stelle.
Primo dei non eletti, nella lista pentastellata comunale è la moglie di Marco Valiani, espulso dal Movimento ancora prima di entrare in consiglio comunale, per aver criticato il sindaco Nogarin nella scelta degli assessori.
Lo stesso che ha organizzato domenica scorsa davanti al Comune il presidio pro-dimissioni di Nogarin. E proprio sua moglie, per il Movimento livornese, è oggi la candidata da lasciare fuori della porta di Palazzo Civico ad ogni costo.
Se lei subentrasse allo ‘spagnolo’ Agen, per Nogarin e soci sarebbe la fine.
Al di là di ogni scontro sull’avviso di garanzia: i numeri sarebbero ancora 17 a 16, ma sarebbero in questo caso le opposizioni ad essere in vantaggio di un voto. Ovvero, addio giunta Nogarin.
Che fare dunque? Semplice: Agen non deve dimettersi dal consiglio. Ma come fare se il malcapitato insegnante ritiene di dover seguire la propria famiglia? Si accettano suggerimenti.
Perchè fino a questo momento l’unica soluzione del rebus immaginata dai pentastellati è stata quella di frugarsi in tasca per pagare il biglietto dell’aereo ad Agen ogni qualvolta si profila un voto decisivo in consiglio comunale a Livorno.
In occasione del voto sul bilancio, per esempio. O magari delle delibere urbanistiche.
I conti della spesa che deriverebbe però, quelli no, non li ha fatti ancora nessuno.
Massimo Vanni
(da “la Repubblica”)
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