LO SANNO ANCHE I BAMBINI
IL MIGLIOR ALLEATO DELLA MELONI E’ UNA OPPOSIZIONE SCANDALOSAMENTE DIVISA
Le analisi della vittoria della destra alle comunali – sia pure ottenuta in una sempre più ristretta cerchia di votanti – sono la cosa più risaputa del mondo. Ormai lo sanno anche i bambini: il più grosso partito di opposizione, il Pd, da solo non vincerà mai, dunque è bizzarro e anche un poco ingeneroso aspettarsi che lo faccia, sapendo benissimo che non è aritmeticamente possibile.
Alla sua destra e nel suo “fuori” (si fatica a collocare a sinistra un partito, quello di Conte, il cui evidente avversario politico non è il governo di destra, ma il Pd) non si registra alcuna intenzione di un’alleanza o di un’intesa lontanamente simile a quella che cementa il destracentro – molta destra, poco centro – al governo.
Ma anche nell’ipotesi remota che il Pd fosse fatto a brani come il marlin del Vecchio e il mare, né lo squalo centrista né quello grillino potrebbero combinare un bel nulla, se non godersi la soddisfazione di averlo fatto fuori per poi continuare a odiarsi tra loro.
Se c’è una cosa che può dare tranquillità a Meloni, e continuità alla sua storia, è la condizione di implacabile divisione che condanna l’opposizione a una chiassosa impotenza. Di una sola cosa Meloni può essere certa: delle sue tre opposizioni, una sola è certamente destinata, finché esiste, a rimanere tale, ed è il Pd.
I centristi mirano, legittimamente, a ricostruire una maggioranza che li comprenda, dunque un poco più moderata e liberale. I grillini, si sa, ritengono che destra e sinistra siano categorie superate, e anche per questo Conte (già al governo con Salvini) si è sentito libero di avere, sulle nomine Rai, una posizione semi-consociativa.
(da La Repubblica)
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