“LO STATO NON DIMENTICA I SUOI EROI”? IL “CAPITANO ULTIMO” LASCIATO SENZA SCORTA
MENTRE IL PIU’ SFIGATO DEI SOTTOSEGRETARI GIRA IN AUTO BLU E CON LA SCORTA, CHI HA CATTURATO TOTO’ RIINA ED E’ STATO CONDANNATO A MORTE DALLA MAFIA VIENE LASCIATO SENZA PROTEZIONE…I COLLEGHI: “LO PROTEGGEREMO NOI FUORI SERVIZIO….E’ LA SICUREZZA DI MARONI
La notizia era stata data in diretta Tv, durante una recente puntata di “Anno Zero”, davanti a milioni di telespettatori: a Sergio De Caprio, l’ufficiale dell’arma dei carabinieri che la mafia non ha mai dimenticato perchè fu lui a guidare la cattura di Totò Riina, era stata tolta da tempo la scorta.
Oggi il tenente colonnello De Caprio lavora a Roma al Noe,il nucleo operativo ecologico dei carabinieri, ma se dovesse recarsi in Sicilia per servizio è privo di protezione.
E’ partita così una iniziativa spontanea in forma privata da parte dei colleghi del Nucleo scorte del comando di Palermo: liberi dal servizio e con le proprie autovetture, pagandosi di tasca la benzina, ben 120 militari si sono organizzati per alternarsi a coprire i turni quando il “capitano Ultimo” si recherà in Sicilia.
Andranno a prenderlo all’aeroporto, lo accompagneranno in albergo, lo seguiranno ovunque.
Non solo, il tam tam, come rivela il “Corriere della Sera”, ha raggiunto altre regioni ed è probabile che altri reparti scorte dell’Arma aderiscano alla decisione dei colleghi siciliani.
La notizia che si è dovuti arrivare alla scorta privata, assicurata dai carabinieri, è stata diffusa dal delegato del sindacato Cobar Sicilia (il sindacato dei carabinieri) e viene letto non solo come un segnale di forte solidarietà verso Di Caprio, ma anche come aperta critica alla politica della sicurezza del duo Maroni-La Russa.
Non si può non rilevare che a fronte di migliaia di agenti e carabinieri che in tutta Italia scortano politici e magistrati, fino ai più anonimi e sfigati sottosegretari che non se li fila nessuno, sono spesso gli uomini più esposti di polizia e carabinieri a essere “dimenticati dallo Stato”.
Eroi per un giorno e poi lasciati al loro destino, senza tutela per sè e la propria famiglia.
Uomini a cui la mafia ha promesso la morte e dove il tempo non conta: le sentenze spesso vengono eseguite a distanza di anni, il codice mafioso non prevede le prescrizioni di questo governo.
Il “capitano Ultimo” che con la sua squadretta mimetizzata riuscì a scovare e a mettere le manette ai polsi del boss dei corleonesi è anche un uomo scomodo.
Non ha esitato a sostenere che l’arresto di Riina è stato ostacolato dalla Procura di Palermo e ha dato fastidio a tutte quelle persone che avevano interesse a tenere in libertà Riina, gli stessi che hanno isolato Falcone e Borsellino, poi uccisi dai sicari di Cosa Nostra.
C’è anche la storia mai chiarita della ritardata perquisizione del covo di Riina dietro la decisione dei carabinieri siciliani di schierarsi in modo plateale dalla parte del “capitano Ultimo”.
Il Cocer dice a chiare lettere che intende dare “un segnale alla mafia, al fine di renderla edotta che il capitano Ultimo non sarà mai lasciato solo quando dovrà intervenire on Sicilia ai processi contro Cosa Nostra”.
Un gesto nobile da parte dei tanti ragazzi delle scorte che in Sicilia rischiano quotidianamente la vita per la tutela dello Stato.
Si è mosso anche un deputato con una interrogazione in cui si definisce “incredibile” come un uomo dello Stato come il colonnello De Caprio possa essere stato lasciato senza scorta.
Purtroppo è altrettanto incredibile come possano essere invece concesse a politici che non corrono alcun rischio ma che la richiedono solo come status symbole e non per reali esigenze di sicurezza personale.
E mentre i fondi per la sicurezza vengono tagliati, Maroni & Co. lasciano gli “eroi di un giorno” al loro destino.
La politica dell’usa e getta, come per i prodotti dell’igiene per la casa.
Sono passati i tempi in cui gli “Ultimi” saranno i primi…
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