L’ONU DENUNCIA: “ITALIA STA VIOLANDO LE LEGGI INTERNAZIONALI: PORTERA’ SOLO AD UN AUMENTO DEI MORTI IN MARE”
ATTACCO A MINNITI: “LA LIBIA NON E’ UN LUOGO SICURO PER SBARCARE RICHIEDENTI ASILO, NON FATE FINTA DI NON SAPERLO”
A molti questo confinamento dei migranti in Libia non piace.
È di ieri un attacco frontale da parte di due esperti delle Nazioni Unite contro la Ue e contro il codice di comportamento.
«Il nuovo piano d’azione europeo e il codice di condotta dell’Italia per le Ong – sostengono il relatore Onu per i diritti dei migranti, il cileno Felipe Gonzalez Morales, e quello contro la tortura, lo svizzero Nils Melzer – rischiano di portare a un aumento di morti nella traversata e violano i diritti dei migranti».
I due, come già la collega Agnes Callamard, criticano l’Europa e il governo italiano perchè stanno tentando di «intrappolare immigrati e rifugiati in Libia».
L’accusa è innanzitutto per il ministro Marco Minniti, ispiratore delle nuove politiche. Non per caso, pur senza nominarlo, citano le sue parole sulla «frontiera europea che oggi è ormai spostata in Libia», ma per rovesciarne il senso.
L’Italia e gli europei – accusano Gonzalez Morales e Melzer – stanno provando «a spostare le frontiere europee in Libia», contravvenendo però, secondo loro, al diritto internazionale.
«La Libia, semplicemente, non può essere vista come un luogo sicuro per sbarcare richiedenti asilo, anche se la politica dell’Ue nega questo».
Ricordano che i migranti in Libia sono soggetti a crudeli organizzazioni criminali di traffico di esseri umani, a detenzioni arbitrarie, violenze, stupri, tortura e morte.
E criticano espressamente anche la missione tecnico-logistica della Marina militare italiana di sostegno alla Guardia costiera di Tripoli.
«Attenzione che la presenza di una missione navale in acque libiche potrebbe essere considerata una violazione da parte dell’Italia del principio di non-respingimento e delle obbligazioni conseguenti».
I campi di detenzione per migranti in Libia sono lager indegni. L’Unhcr e l’Oim, due agenzie delle Nazioni Unite, nei giorni scorsi hanno visitato il Nord e l’area di Cufra per organizzare nuovi campi di assistenza e progetti di rimpatrio volontario.
(da “La Stampa”)
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