MATTARELLA A PERUGIA: “L’ITALIA E’ UN PAESE APERTO E ACCOGLIENTE, NESSUNO QUI E’ STRANIERO”
IL CAPO DELLO STATO LO SOTTOLINEA ALL’UNIVERSITA’ PER STRANIERI DI PERUGIA
“Qui nessuno è straniero”. E’ un’altra tappa del tour nel Paese dell’integrazione quello che Sergio Mattarella compie a Perugia. L’Università per stranieri compie 100 anni. “Specchio del mondo con le sue preziose diversità che arricchiscono vicendevolmente”, la definisce il capo dello Stato. “Gli studenti qui sono tutti a casa propria”. E “le tante diversità hanno un comune valore che le tiene insieme: che l’Italia è un Paese accogliente e aperto. Questo è quello che vorrei sottolineare”.
La sottolineatura arriva mentre il governo è alle prese sui centri per i migranti in Albania.
Mattarella ricorda che la missione dell’università, cultura nella diversità, “merita la riconoscenza della Repubblica”.
Poco prima il rettore, Valerio De Cesaris, che guida un ateneo con studenti provenienti da 110 nazioni, aveva posto due questioni all’attenzione della politica. “La tassa per l’iscrizione al servizio sanitario è stata aumentata da 150 a 700 euro, una cifra spesso troppo elevata, specie per i borsisti, tanto che molti di loro preferiscono rinunciare alla copertura”. E in secondo luogo ha denunciato il fatto che non vengono concessi i visti a quegli stranieri che hanno già dei parenti nel nostro Paese, “perché questi legami vengono visti come un sintomo migratorio”. Due ostacoli che “andrebbero ripensati”.
“Registro le sue richieste e le seguirò con attenzione adeguata”, gli ha significativamente detto Mattarella.
Poco prima avevano parlato quattro studenti: la colombiana Laura Catilina, il camerunense Frank Ngamawe, la cinese Liu Jun (“ma tutti mi chiamano Giada”), il keniota Dennis Keyonzo. Ragazzi brillanti, innamorati del Belpaese, fiduciosi di potersi costruire qui un futuro. La fascinazione per l’Italia passa da “Boccaccio a Giorgio Armani”, come ha fatto notare Li Jun.
Perugia è stata l’università di “un campione della pace come Aldo Capitini”, ha ricordato Mattarella, e il rettore ha spiegato che le 404 borse di studio conferite a chi è arrivato in Italia come rifugiato politico, dagli afghani agli ucraini. “Da noi studiano russi e ucraini, palestinesi e israeliani. Siamo diventati una città multiculturale molto prima di altre realtà italiane”.
(da agenzie)
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