MATTARELLA PREOCCUPATO PER LO SCONTRO RENZI-EUROPA: TEME L’ARRIVO DELLA TEMPESTA PERFETTA
GOVERNO ITALIANO ISOLATO IN EUROPA: “PRIMA TRUCCA I CONTI E POI FA CAMPAGNA ELETTORALE SU DI NOI”
È una preoccupazione fuori dall’ordinario quella che aleggia al Quirinale, dove Sergio Mattarella ha passato gli ultimi due giorni a valutare l’entità del conflitto aperto tra il governo e l’Europa, che ha raggiunto un’intensità inedita da quando Renzi è a palazzo Chigi.
La domanda che rimbalza, nei Palazzi delle istituzioni, è se sia “sotto attacco l’Italia o il governo Renzi”.
Perchè se è certo prematuro parlare di un nuovo 2011 è altresì evidente che si sono appalesati tutti gli attori della “tempesta perfetta”.
Ed è proprio questo il motivo per cui Giorgio Napolitano, avvicinato da più di un senatore a palazzo Madama per parlare delle riforme in dirittura d’arrivo, non ha nascosto la sua angoscia: “Oggi — ha detto il presidente emerito — sono con la testa su altro. Sono preoccupatissimo per quel che sta accadendo con l’Europa”.
Preoccupato Mattarella. Preoccupatissimo Giorgio Napolitano. Perchè quando politici navigati e abituati a dosare le parole come Juncker e Weber parlano dell’Italia come se ci fosse una crisi di governo strisciante e comunque non una guida affidabile a palazzo Chigi, significa che qualcosa si è rotto.
E a questo si aggiunge l’isolamento del governo italiano dopo i duri attacchi e l’assenza di una qualunque difesa d’ufficio del campo socialista, significa che le principali cancellerie europee, in definitiva, condividono il giudizio.
Nè il socialista Hollande, nè il greco Tsipras nè, ovviamente, la Merkel hanno speso una sola parola a difesa dell’Italia. Anzi, proprio il cambio di atteggiamento di Moscovici nelle ultime settimane ha anticipato ciò che Schulz ha detto a Gianni Pittella nel corso di una riunione a tre con Juncker a Strasburgo. E cioè che c’è un problema di serietà e credibilità del governo italiano.
Si capisce dunque perchè per Mattarella il problema sia, innanzitutto, non sbattere i pugni e provare a reagire, ma soprattutto provare a capire e a riannodare i fili del dialogo in vista dell’incontro chiave tra Renzi e la Merkel del 29 gennaio.
Perchè avanti così, è il governo italiano che rischia di arrivarci senza sponde e interlocutori.
La prima cosa che si capisce, oltre a un forte deterioramento del clima di fiducia del governo in Europa, è che il contesto di crisi è tornato acuto sul terreno delicato del sistema bancario.
Anzi che crisi e sfiducia vanno di pari passo, come ai tempi dello spread. L’ombrello di Draghi mette al riparo l’Italia dalle speculazioni sul debito pubblico, ma sul sistema bancario, dove non c’è l’ombrello, piove.
Col sistema del bail-In, accettato dal governo italiano in Europa tranne poi aprire il fuoco sulla Merkel, non si possono salvare le banche con i denari pubblici, ma con investitori privati.
Ovvero, in un momento in cui fuggono i risparmiatori, dalle grandi banche. Dice una fonte di governo: “Le famose quattro banche sono solo la punta di un iceberg, ma rischiamo di essere solo all’inizio. I risparmiatori stanno fuggendo dalle piccole banche a rischio, basta vedere la Popolare di Vicenza che ha subito una pensate emorragia negli ultimi 30 giorni. E così le piccole vengono aiutate sul mercato con le obbligazioni subordinate, sottoscritte dalle grandi banche come Intesa e Unicredit, che però ora non capiscono dove si sta andando. E non vogliono più prestare. Questo porta dritto nelle fauci della Merkel che ci ha fatto ingoiare il Bail in”.
Ecco il punto. Sulle banche i nodi stanno venendo al pettine e i mercati stanno dicendo che non si fidano dei segnali del governo, in termini di ripresa del Pil e dell’economia.
Si capisce perchè, in questo quadro, Sergio Mattarella e Giorgio Napolitano stanno vedendo il prologo di un film già visto.
Di fronte a una tempesta economica (quella sul sistema bancario) di tutto ha bisogno il governo tranne che di una tempesta politica, con l’isolamento e la sfiducia delle cancellerie europee.
Perchè la Merkel, in campagna elettorale, non si ammorbidirà mai e il governo italiano, quando si porrà il tema dell’intervento europeo sulle banche (la bad bank europea) non ci arriva su una posizione di forza.
Il problema, stanno dicendo in Europa, è il governo italiano abituato a non mantenere gli impegni, dove manca chi istruisce i dossier.
Racconta una fonte italiana che ha avuto un colloquio con Weber: “Weber e non solo lui sono sconcertati perchè Renzi, dice, prima trucca i conti sulla finanziaria, poi va a fare campagna elettorale sulla loro pelle. In Europa rischia la procedura di infrazione sulla legge di stabilità perchè i cinque miliardi di clausole investimenti e i 3,3 miliardi della ex clausola migranti ora messi in sicurezza non furono autorizzati da Bruxelles. E ha imbottito la finanziaria di clausole di salvaguardia. Ora loro dicono: se gestisci così le cose, quando si arriva al dunque sulle banche che garanzie di affidabilità ci dai?”.
Ecco, alla domanda se siamo di fronte a un attacco a Renzi o all’Italia, la risposta è: al governo.
Nelle cancellerie europee sono tornati a chiedersi, come ai tempi di Berlusconi: Is Renzi fit to lead?
(da “Huffingtonpost”)
Leave a Reply