MENTRE TOGLIE IL REDDITO DI CITTADINANZA AI DISPERATI, LA MAGGIORANZA APPROVA 3 EMENDAMENTI ALLA LEGGE DELEGA PER EVITARE IL CARCERE AI GRANDI EVASORI FISCALI
LA SCUSA È SEMPRE LA SOLITA, SEMPLIFICARE LE PROCEDURE, RENDERE IL FISCO SEMPRE PIÙ “AMICO”, MA DI QUI A PREVEDERE LA CANCELLAZIONE DELLE SANZIONI PENALI A FRONTE DI DICHIARAZIONE INFEDELE NEL CASO IN CUI LE AZIENDE ADERISCANO AL COSIDDETTO “ADEMPIMENTO COLLABORATIVO”, CE NE PASSA
Evasori e “paperoni” sono in cima ai pensieri della maggioranza di centrodestra, che in Senato ha assestato alla delega fiscale in arrivo la prossima settimana una zampata che certamente lascia il segno. La scusa è sempre la solita, semplificare, alleggerire le procedure, rendere il fisco sempre più «amico», ma di qui a prevedere la cancellazione delle sanzioni penali, in particolare a fronte di dichiarazione infedele nel caso in cui le aziende aderiscano al cosiddetto «adempimento collaborativo», ce ne passa.
Ma è quanto prevedono tre emendamenti identici proposti da Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega approvati ieri in commissione Finanze al Senato, a patto che i contribuenti (taglia minima 1 miliardo di euro di fatturato, prevedono le norme oggi in vigore) abbiano tenuto «comportamenti non dolosi e comunicato preventivamente» rischi fiscali. Insomma si apre un canale di dialogo col Fisco e si possono ottenere sconti sulle sanzioni e, a breve, evitare anche il penale, che per inciso sopra i 100 mila euro di tasse non versate comporta da 2 a 4 anni e mezzo di reclusione.
«Gli emendamenti alla delega approvati in Commissione Finanze rappresentano un clamoroso condono preventivo che beffeggia tutti i contribuenti italiani onesti. Non può esserci nessuna riforma fiscale seria se non si parte da una svolta epocale nella lotta all’evasione», protesta invece la Uil.
Sempre in tema di «adempimento collaborativo», il governo coi prossimi decreti attuativi dovrà anche prevedere l’estensione di questo regime anche alle persone fisiche che trasferiranno la loro residenza in Italia e per quelle che la mantengono all’estero ma possiedono in Italia, anche per interposta persona o tramite un trust, un reddito complessivo mediamente pari o superiore a un milione di euro. In pratica si apre un canale col Fisco per trattare in maniera preventiva la propria posizione e per beneficiare anche di possibili sconti (50%) sulle sanzioni amministrative.
È stata poi depennata l’automazione del pignoramento dei conti, sostituita con una più blanda razionalizzazione, informatizzazione e semplificazione della procedura di pignoramento dei rapporti finanziari, e si è deciso che è possibile affidare a privati la riscossione delle cartelle decadute perché superati 5 anni dall’emissione ma rimesse a riscossione in presenza di novità reddituali e patrimoniali.
(da La Stampa)
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