MIGRANTI, LA SVOLTA UE: “TUTTI GLI STATI OBBLIGATI AD ACCOGLIERE I PROFUGHI”
LA BOZZA DELLA NUOVA AGENDA PREVEDE L’ASILO POLITICO EUROPEO
È una rivoluzione nel segno della solidarietà quella in arrivo da Bruxelles sulla politica europea per l’immigrazione: obbligo per tutti paesi ad accogliere chi sbarca sulle coste italiane o degli altri paesi rivieraschi, missioni nei porti libici per sequestrare e distruggere i barconi dei trafficanti di esseri umani, aiuti ai paesi di origine e transito per sgominare le bande criminali che ruotano intorno alla Libia. Sono questi i punti cardine della nuova Agenda sull’immigrazione che, salvo sorprese, sarà approvata mercoledì dalla Commissione europea e le cui bozze iniziano a circolare tra le Cancellerie continentali.
Un testo ambizioso oltre ogni aspettativa anche grazie all’impegno personale del presidente dell’esecutivo comunitario, Jean Claude Juncker, dell’Alto rappresentante per la politica estera dell’Unione, Federica Mogherini, del vicepresidente Frans Timmermans e del commissario all’Immigrazione Dimitris Avramopoulos.
Sembra dunque che in Europa si sia finalmente sviluppata una nuova sensibilità sulle tragedie che periodicamente si consumano nel Mediterraneo.
Un ruolo tristemente centrale lo ha avuto la strage di aprile quando nel Canale di Sicilia sono morti 900 migranti e dopo la quale l’Italia aveva ottenuto un summit straordinario dei capi di Stato e di governo a Bruxelles.
Da quel momento la percezione politica è cambiata permettendo alla Commissione di preparare un testo di spessore che sarà discusso, e approvato, dal collegio preceduto da Juncker mercoledì prossimo.
Un passaggio non facile: in molti si aspettano un dibattito acceso tra i commissari europei, non tutti ancora convinti della necessità di un salto di qualità di questa portata.
Se passerà l’Agenda dovrà poi essere approvata dal Consiglio (i governi) e dal Parlamento di Strasburgo.
Altro percorso non facile. Basta leggere le dichiarazioni rilasciate preventivamente ieri del premier ultranazionalista ungherese Victor Orban: «È un’idea folle quella di dividere gli immigrati fra i paesi dell’Unione, mi opporrò».
E ieri l’ambasciatore libico all’Onu, Ibrahim Dabbashi, ha affermato che la Libia non appoggia l’idea di interventi europei nelle sue acque territoriali.
Dunque per portare a casa il risultato servirà una vera battaglia politica dentro e fuori all’Unione: in prima linea oltre a Juncker ci saranno Renzi, Merkel e Hollande.
Nel dettaglio l’Agenda prevede una serie di azioni immediate per rispondere all’emergenza migranti e alle stragi in mare accompagnate da misure di mediolungo termine per cambiare la politica migratoria europea.
La novità di maggior rilievo, se verrà confermata mercoledì, è la proposta di creare un sistema di quote obbligatorie di ripartizione tra tutti i paesi europei dei migranti già presenti sul territorio dell’Unione.
Per fare un esempio, gli stranieri oggi stipati nei centri d’accoglienza italiani o maltesi, ormai al collasso, saranno sparpagliati tra i Ventotto con un criterio di quote obbligatorio al quale nessun governo potrà sottrarsi.
Saranno poi i paesi in questione a occuparsi delle pratiche di asilo odei rimpatri in modo da alleggerire non solo i paesi che fronteggiano gli sbarchi, ma anche quelli dove la maggioranza dei rifugiati poi si stabilisce come Germania, Svezia, Francia, Italia o Belgio.
Nel medio termine si propone anche una revisione delle politiche di asilo: l’obiettivo è il mutuo riconoscimento delle decisioni di un singolo paese in modo che se ad uno straniero viene riconosciuto lo status di rifugiato, questo possa poi trasferirsi da una nazione all’altra all’interno dell’Ue.
Insomma, sarà un asilante europeo, non italiano, francese o tedesco come avviene oggi.
La Commissione proporrà anche il contrasto alle attività dei trafficanti nel Mediterraneo, come chiesto dal summit straordinario di aprile.
Si tratta di un missione chiamata a intercettare i barconi degli scafisti anche in acque territoriali libiche, persino dentro ai porti, sequestrarli prima della partenza ed eventualmente affondarli.
Per dare chance di successo alla missione Bruxelles propone anche un lavoro di stretta condivisione di informazioni tra le intelligence europee.
Proprio lunedì Mogherini sarà a New York per tessere la tela al Consiglio di Sicurezza, vista la necessità di agire all’interno del diritto internazionale.
L’Europa punta ad avere una risoluzione delle Nazioni Unite che dia il via libera alla missione entro il summit europeo del 25 e 26 giugno per permettere ai leader Ue di lanciarla prima di luglio.
La Commissione conferma poi che verranno triplicati i soldi per Frontex, ovvero per la missione Triton nel Canale di Sicilia.
Ambiziosa anche la parte di politica estera dell’Agenda, curata direttamente dalla Mogherini. Si propone di integrare tutte le politiche europee di settore per ottenere risposte dai paesi di origine e di transito: saranno tutte indirizzate al fine di ottenere la massima collaborazione dei governi locali affinchè contrastino i trafficanti, ne sgominino le bande e impediscano loro di far entrare i migranti in Libia, dove poi spariscono dai radar internazionali fino all’attraversata sulle carrette del mare.
Un lavoro che nelle intenzioni di Bruxelles sarà finalizzato nel vertice tra Ue e Africa di ottobre a Malta.
Per ottenere l’intervento nei paesi di origine si punta anche ad aiuti economici per contrastare la povertà , una delle cause delle partenze oltre alle guerre e alle persecuzioni.
Si proporrà poi di aiutare economicamente i paesi di transito — come Sudan, Egitto, Ciad e Niger — per aumentare i controlli alle frontiere in modo da in- tercettare i camion dove i trafficanti stipano i migranti.
Sgominare le bande, salvare i migranti e accoglierli in campi Unhcr dove poi verranno rimpatriati o portati in Europa se ne avranno diritto.
Già oggi l’Europa tra aiuti umanitari e altre politiche attive spende circa un miliardo all’anno per l’Africa, se tutto il flusso di spesa verrà indirizzato o condizionato alla lotta all’immigrazione clandestina, scommettono a Bruxelles, si potranno ottenere risultati concreti.
Novità arriveranno anche sulla migrazione legale, quella economica, ritenuta necessaria per contrastare il flusso clandestino dei disperati in cerca di lavoro e per rispondere alle necessità del mercato del lavoro.
Si pensa ad una Blu Card europea che funzionerà grazie una piattaforma comune che identificherà che genere di specializzazioni, professionalità o mano d’opera sia richiesta in ogni momento in Europa.
Alberto D’Argenio
(da “La Repubblica“)
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