MONTELEONE NEI GUAI: “8.000 EURO AL MESE DAI CONTI DELL’UDC”
IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO REGIONALE LIGURE AVREBBE PRELEVATO IN DUE ANNI 189.000 EURO DAI FONDI PUBBLICI PER LE SPESE… TRADITO DAL FEDELISSIMO: “MONTELEONE PRESE QUEI SOLDI”
C’è una differenza netta che, a giudizio degli inquirenti, separa l’inchiesta sulle spese sospette dell’Udc da quella sugli altri partiti coinvolti finora: il problema in questo caso non sono i vini pregiati, le mutandine, la bigiotteria, le terme o il cibo per gatti acquistati con i soldi dei contribuenti.
Il punto è che i fondi sono proprio spariti, sono usciti dalle casse del partito senza pezze giustificative.
In particolare, nei due anni tra l’inizio del 2010 e la fine del 2011 il presidente del consiglio regionale Rosario Monteleone ha prelevato in contante, dai depositi del gruppo consiliare, 189mila euro, di cui ne ha giustificato circa la metà .
In media, spalmati su quell’arco temporale, una paghetta aggiuntiva allo stipendio niente male: 8mila euro al mese cash.
Ma nelle carte della Finanza c’è di più.
Nello stesso periodo in cui Monteleone incassa questi «rimborsi» assai poco spiegati, i suoi «principali conti personali», dove secondo le Fiamme Gialle finiscono gli emolumenti da consigliere regionale, hanno movimenti in uscita definiti «esigui», in ogni caso del tutto insufficienti a spiegare il tenore di vita del politico.
Ultimo elemento fondamentale: quando nel 2012 i partiti finiscono nella bufera, il numero uno dell’assemblea ligure da un lato riduce i prelievi dai conti del partito, dall’altro aumenta invece quelli dai depositi personali. Perchè, si chiedono i finanzieri?
Non c’è dubbio che nelle informative sulle “spese pazze” trasmesse dai militari al sostituto procuratore Francesco Pinto, quello della formazione centrista sia definito un caso «anomalo». Al centro degli accertamenti infatti non ci sono più acquisti stravaganti, per usare un eufemismo, scontrini che difficilmente possono essere considerati legate all’attività politica.
Qui la questione è un’altra: metà dei soldi fuoriusciti dai conti dell’Unione di Centro, e incassati in banconote sonanti da Monteleone, al momento paiono finiti un buco nero.
Un tassello importante s’è materializzato con le dichiarazioni del capogruppo in Regione Marco Limoncini, l’unico altro rappresentante che avesse accesso ai fondi alimentati con il finanziamento pubblico.
Limoncini è stato sentito mercoledì, il giorno prima dell’interrogatorio del collega di partito, e ha consegnato a chi indaga tutte le distinte dei prelievi in contanti eseguiti personalmente.
Al netto di quanto ritirato dal capogruppo, che sulle proprie spese ha presentato una vasta documentazione, rimangono 189mila euro.
Quelli che, atti alla mano, sono finiti nelle mani di Monteleone.
Prelevamenti elevati, anche di 11mila o 5mila euro a volta, ai quali vanno aggiunti altri 34mila euro “estratti” dai conti dell’ufficio di presidenza.
Marco Grasso e Matteo Indice
(da “il Secclo XIX”)
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