NAPOLI, DOPO LE BOTTE DA ORBI TRA ESPONENTI DI FRATELLI D’ITALIA PARTONO LE DENUNCE RECIPROCHE
DIODATO: “NONNO E’ UN DELINQUENTE, FDI NON E’ UN LUOGO SICURO PER LE PERSONE PERBENE”
Giornate di tensione per Fratelli d’Italia a Napoli dove una rissa ha rischiato di far saltare la presentazione della lista a sostegno del candidato sindaco Catello Maresca. Coinvolti il consigliere regionale Marco Nonno e un uomo del partito, Pietro Diodato. Scambi di accuse e violenza fisica, è quanto emerge dal racconto delle due versioni della storia.
Diodato, in diretta sui social per spiegare l’accaduto, ha mostrato una ferita alla testa; Nonno, da quanto si apprende, si sarebbe presentato per il deposito delle liste con la camicia sporca di sangue, annunciando poi una denuncia, sui suoi profili, per Diodato, accusato anche di voler boicottare la lista.
A far surriscaldare gli animi e scatenare la lite, a quanto si evince, la candidatura dello stesso Diodato, ora in campo dopo quanto accaduto in una civica di Maresca, e la composizione degli schieramenti per la Municipalità .
“Sono stato aggredito nella sede di Fratelli d’Italia con una testata che mi ha spaccato la fronte, da quel delinquente di Marco Nonno, che voleva impedire la mia candidatura al consiglio comunale e quella dei miei amici nelle municipalità – ha dichiarato Diodato – Spalleggiato da alcuni personaggi “palestrati”, utilizzati per la bisogna, ha trasformato la sede del mio partito in un covo personale per imporre la sua legge con la violenza. Siamo scappati per rifugiarci sotto le insegne della legalità di Catello Maresca. E con lui, senza alcuna paura combatteremo la buona battaglia – ha aggiunto Diodato – A Napoli, in questo momento, Fratelli d’Italia non è un luogo sicuro per le persone perbene. Pur sapendo che la stragrande maggioranza è costituita da persone perbene, ma è vittima del terrore che esercita questo soggetto”.
Diversa la versione dei fatti fornita da Nonno: “Alle 23.30 di ieri – ha spiegato Nonno – preparavamo le liste insieme agli onorevoli Del Mastro e Schiano, Diodato è entrato inveendo e dicendo che non sappiamo gestire il partito, poi è andato via. Stamattina alle 8.30 è tornato e ci ha detto ‘non mi candido più io al Comune e ritiro 35 candidati alle Municipalità – ha sottolineato ancora Nonno – Sarebbe stato assurdo, non avremmo più avuto le liste. Alle dieci è tornato dicendo di volersi candidare ma non c’era più tempo, allora ha preso le carte con la forza, noi con una serie di esponenti del partito lo abbiamo fermato, io gli ho strappato le carte di mano ma lui mi ha dato una testata davanti ai dirigenti del partito. Mi ha colpito sui denti davanti a sette testimoni, così si è procurato la ferita”.
(da agenzie)
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