NAPOLI, IL VOLTO SEGNATO DELL’INFERMIERA PRECARIA DI NAPOLI
“AMO IL MIO LAVORO MA A DICEMBRE MI SCADE IL CONTRATTO”
Infermiera precaria di 33 anni. Michela Mainardi, è una degli eroi che combattono quotidianamente il Covid.
Sul volto sono ben evidenti i segni dei dispositivi che le proteggono bocca e occhi. Li ha appena tolti per una breve pausa pranzo dopo ore passate nel Covid-hospital realizzato con i moduli nel parcheggio dell’Ospedale del mare di Ponticelli.
Michela, mamma di una bimba di 16 mesi, sorride, sembra un ritratto di Jorit.
A dicembre le scadrà il contratto, ma adesso non ci pensa.
Si è buttata a capofitto nel lavoro: doppi turni, 12 ore al giorno, per assistere i pazienti colpiti dal Covid: “C’è carenza di personale e abbiamo dato la massima disponibilità – dice l’infermiera-mamma-precaria – la situazione è sempre più complicata e i reparti si sono riempiti”.
Paura e senso di smarrimento sono gli altri nemici da combattere insieme alla patologia: “La maggior parte dei ricoverati è spaventata – afferma l’infermiera – i pazienti vivono un senso di smarrimento a essere in un reparto con dieci posti letto senza finestre e senza avere percezioni di quello che avviene all’esterno. E il decorso di questa malattia è del tutto imprevedibile. Ci sono gli anziani, ma abbiamo avuto anche pazienti 17enni e 20enni. Io sono felice di lavorare in questo Covid-center, qui mi sento più protetta e mi danno la possibilità di fare il lavoro che amo”.
(da agenzie)
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