“NON C’E SICUREZZA PER I TECNICI”: IL LEGALE DI FAILLA CONTRO LA BONATTI
OLTRE IL DOLORE ANCHE LA RABBIA: “PIU’ TUTELA PER I TRASFERTISTI”
Fra la gioia per gli ostaggi liberati e il dolore per quelli uccisi si inserisce anche il sentimento di rabbia.
E’ quella – in questi giorni di silenzio da parte dell’azienda – nei confronti della ditta Bonatti esternata da parte del legale di Salvatore Failla e dei sindacati.
Failla è morto insieme al collega Fausto Piano nello scontro fra miliziani e rapitori due giorni fa: insieme a Piano era stato separato dagli altri due colleghi, Gino Pollicardo e Filippo Calcagno, che sono riusciti oggi a liberarsi da soli e presto rientreranno dalle loro famiglie in Italia.
A piangere Failla invece ci sono i suoi famigliari, amici, e l’avvocato Francesco Caroleo Grimaldi, che punta il dito contro l’azienda parmigiana che operava per conto di Eni in Libia, ditta con più di 6000 dipendenti.
“E’ necessario accertare eventuali responsabilità della società Bonatti sulla mancata sicurezza per i quattro tecnici che non avevano nessuna protezione – attacca il legale -è un dato di fatto che i quattro abbiano dovuto compiere il trasferimento da Tunisi al compound dove avrebbero dovuto lavorare senza alcuna scorta armata e senza alcuna protezione”.
“Fino ad adesso abbiamo mantenuto un riserbo perchè eravamo consapevoli della delicatezza della situazione ma da oggi in poi parleremo perchè vogliamo risposte e chiarezza” continua Grimaldi.
Il tema della sicurezza dei tecnici e non solo – anche in vista di possibili impegni italiani in Libia – era stato toccato ieri in attesa di conferme sulla morte di Failla e Piano anche dalla Uil di Parma che conta una ventina di iscritti all’interno della Bonatti.
Il segretario Cuppone lamentava la mancanza di “confronto sul tema della sicurezza”.
Sullo stesso tema oggi si sbilancia anche la Cgil. “Il paradosso di questa storia è questa: felicità per la liberazione di questi due colleghi ma il tutto a meno di un giorno dalla tristezza e il dolore per la sorte di altre due persone” dice Antonino Leone, segretario Fillea Cgil di Parma che ha seguito da vicino il rapimento dei quattro. ”Sicurezza garantita? La Bonatti sicuramente provvede per questi lavoratori trasfertisti – ha risposto Leone – La ditta si occupa degli alloggi, dei trasferimenti, delle coperture assicurative, di tutto. Resta però la questione aperta dei territori dove operano realtà terroristiche o nelle zone di guerra. Forse in Libia c’è stata una eccessiva fiducia nelle proprie capacità , nei propri mezzi, nelle proprie conoscenze del territorio considerando che cosa è successo dopo la caduta di Gheddafi”.
(da “Huffingtonpost”)
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