NUOVO ARRESTO PER COSENTINO: CIBO E IPOD IN CARCERE
ARRESTATI ANCHE COGNATO E UN AGENTE PENITENZIARIO
Un cognato di Nicola Cosentino (fratello della moglie), lo stesso ex sottosegretario di Stato ed un agente di polizia penitenziaria in servizio al carcere di Secondigliano a Napoli risultano essere destinatari di ordinanze di carcerazione nell’ambito di un fascicolo aperto dalla procura presso la Direzione distrettuale antimafia di Napoli su presunti favori chiesti ed ottenuti dall’ex politico in regime di detenzione, al quale venivano recapitati documenti e regalie.
L’accusa formulata è quella di corruzione.
Cosentino, già leader del Pdl in Campania, è stato trasferito di recente nel carcere di Terni.
La nuova inchiesta della Dda – scaturita da una precedente inchiesta condotta dal pm Antonello Ardituro – vede anche l’emissione di una quarta misura cautelare: si tratta di un obbligo di dimora notificato alla moglie di Nicola Cosentino, Marisa Esposito.
Le misure sono state firmate dal gip del tribunale di Napoli, Isabella Iaselli.
Cibo, abiti, documenti e iPod in cella
Secondo l’accusa, Giuseppe Esposito, 54 anni, era riuscito a far arrivare nella cella del cognato cibo, abiti, documenti da consultare e finanche un iPod.
Nel corso si una perquisizione disposta dai magistrati il 21 marzo scorso nei confronti di Cosentino era stato appurato che in cella l’ex politico poteva godere di 30 tipologie di oggetti diverse: 12 in sovrannumero rispetto a quanto previsto dai regolamenti del carcere di Secondigliano.
Ma Dda e carabinieri già da un pezzo tenevano sotto controllo i movimenti degli agenti penitenziari, secondo l’accusa anche remunerati attraverso somme di denaro o addirittura l’assunzione di familiari e conoscenti, e in particolare di uno di essi, Umberto Vitale, di 43 anni e residente a Succivo, sempre nel Casertano.
Attraverso pedinamenti ed intercettazioni ambientali sono stati monitorati e anche filmati trentasei incontri fra quest’ultimo e il cognato del politico, che spesso si tenevano su un’area di servizio del suo stesso comune.
Dopo la perquisizione nella cella di Cosentino ne fu disposto il trasferimento nel penitenziario di Terni. L’indagine è stata coordinata dai sostituti procuratori Fabrizio Vanorio e Alessandro D’Alessio nonchè dal procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli sotto il coordinamento del procuratore capo Giovanni Colangelo.
Piero Rossano
(da “il Corriere della Sera”)
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