OTTANTA EURO E NON SENTIRLI: EFFETTO ZERO SUI CONSUMI
LA MISURA NON È SERVITA E RENZI RISPONDE PICCATO: “11 MILIONI DI ITALIANI NON LA PENSANO COSàŒ”… MA I DATI SONO QUELLI
Forse nei libri acquistati ieri a Roma per l’estate (oggetto del suo shopping alla galleria Sordi sono stati, tra gli altri, “Lo stato innovatore” di Mariana Mazzucato e “Forza lavoro” di Maurizio Landini), Matteo Renzi troverà qualche spunto per il rilancio dell’economia che ancora non arriva.
“La rispresa è come l’estate: è un po’ in ritardo, non è bella come volevamo, ma poi arriva”, è la metafora usata dal premier.
Che fa il paio con quella sportiva, con il governo che “ha abbandonato il passo dello sprinter per adottare quello del maratoneta”.
Per adesso, però, il cammino è lento e tutto in salita. Giugno doveva essere il primo mese in cui si dovevano vedere gli effetti degli 80 euro arrivati agli italiani in busta paga a maggio.
In attesa dei dati ufficiali dell’Istat sul Pil del secondo semestre in arrivo oggi, le stime rese note da Confcommercio sono impietose.
Secondo lo studio dell’indicatore dei Consumi (Icc), a giungo si rileva una crescita dello 0,4% rispetto a un anno fa, ma solo dello 0,1 rispetto a maggio 2014.
“Sono segnali positivi ma straordinariamente deboli e insufficienti per affermare che la domanda delle famiglie sia a un punto di svolta. Si conferma il permanere di un quadro economico privo di una precisa direzione di marcia, situazione che, dopo un lungo periodo recessivo, non può che non preoccupare molto”, si legge nella relazione che accompagna i dati.
Il presidente Carlo Sangalli, poi, rincara la dose. “Il bonus di 80 euro non ha raggiunto l’obbiettivo di un effetto shock sui consumi e di generare una fiducia diffusa, fondamentale per far ripartire la domanda interna”, osserva Sangalli.
Che aggiunge: “Il primo effetto degli 80 euro sembra bruciato dall’incertezza del momento e dalle troppe tasse. La misura va nella giusta direzione, ma bisognava fare di più per ricostituire il reddito delle famiglie tornato ai livelli di trenta anni fa”. Effetto quasi zero, dunque. E nessun ciclo virtuoso.
Confermato anche dalle associazioni dei consumatori. “Chi ha sperato in una ripresa dei consumi ha ricevuto una grande delusione. Questo perchè le famiglie preferiscono usare quei soldi in più per pagare bollette, rate e debiti vari, continuando a tagliare le spese non indispensabili”, sostiene il presidente di Codacons Carlo Rienzi.
Forse nemmeno il premier si aspettava grandi cose da giugno. Ma la risposta di Renzi è piccata. “A chi dice che gli 80 euro non servono a niente ricordo che 11 milioni di italiani la pensano diversamente. Non siamo ancora fuori dalle difficoltà , c’è ancora molto da fare, ma faremo di più e meglio. Se era facile non eravamo qui”, afferma il presidente del consiglio.
È possibile che l’associazione di Sangalli abbia il dente avvelenato con Renzi viste le misure del governo contro le Camere di commercio (un’altra stoccata era arrivata la scorsa settimana), ma i dati sono quelli. Oggettivi.
E la risposta del premier conferma un certo nervosismo.
Tanto che l’azzurro Daniele Capezzone invita Matteo alla prudenza consigliandogli “di non polemizzare ogni giorno con qualcuno”.
Il bonus di 80 euro in busta paga, infatti, è stata la bandiera del governo nei primi mesi di vita. Il provvedimento di cui il premier andava più fiero.
Una fiducia forse più di facciata che reale, visto che l’andamento dei consumi è da sempre una variabile impossibile da calcolare con certezza.
Questo Renzi e il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan lo sanno bene, tanto che nel Def l’impatto del bonus viene stabilito in un più 0,1% del Pil nel 2014 e in un più 0,3 nel 2015. Quasi niente.
Inoltre ci siano i soldi per mantenere il bonus anche nel 2015 è ancora tutto da dimostrare. Mentre solo da pochi giorni il Tesoro ha confermato le risorse per mantenerlo nel 2014.
Questo teatrino, però, ha avuto come conseguenza quella di far percepire il bonus come un provvedimento temporaneo e non come una misura permanente.
Così, secondo gli esperti, gli italiani preferiscono conservare gli 80 euro in vista di tempi peggiori invece di spenderli.
Il solo mese di giugno — oltretutto zeppo di scadenze fiscali — è troppo poco per giudicare. Ma la tendenza è quella.
Secondo Confcommercio “i segnali sono deboli e insufficienti”. Altra cosa sarebbe stata se “fosse stato esteso a tutte le categorie”.
Ieri Renzi ha visto il ministro Padoan.
Tra i due il feeling rimane solido, ma lo stesso non si può dire dei rispettivi staff.
Al ministero dell’Economia, infatti, continua il nervosismo per la decisione del primo ministro di istituire una squadra economica a Palazzo Chigi composta da tecnici di sua stretta fiducia come Guido Tabellini e Tommaso Nannicini, oltre al suo consigliere economico Yoram Gutgeld.
Un’equipe messa in piedi per fare da contraltare al Tesoro. E infatti i tecnici di Via XX Settembre sono da giorni in fibrillazione.
Gianluca Roselli
(da “Il Fatto Quotidiano“)
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