PAGAMENTI: LE IMPRESE CHIEDONO A MONTI “SUBITO LA DIRETTIVA ANTI-RITARDI”
ADOTTARE L’APPLICAZIONE SUI “TEMPI CERTI NEI PAGAMENTI” DA PARTE DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
In Veneto si paga (di media) a 140 giorni, che salgono addirittura a 400 – oltre un anno, se fosse sfuggito – per alcuni fornitori della sanità pubblica.
Un ritardo ormai fisiologico, al quale l’intero sistema economico si è andato giocoforza adeguando perchè così fan tutti, ma è un ritardo che può uccidere.
Lo ha dimostrato, in tutta la sua drammaticità , il suicidio dell’imprenditore edile di Vigonza (Padova) Giovanni Schiavon, che si è tolto la vita con un colpo di pistola per l’impossibilità di riscuotere i suoi crediti di lavoro – 250mila euro, una cifra molto importante – e fare fronte così all’esposizione verso le banche e verso i fornitori.
Per non morire di asfissia da mancanza di liquidità , un rimedio esiste.
E dell’urgenza di quel rimedio – che è stato previsto dalle normative europee ma non ancora recepito dal governo italiano – il Corriere del Veneto ha deciso di farsi portavoce, ospitando l’appello al presidente del Consiglio, Mario Monti, sottoscritto dalla moglie e dalla figlia dell’imprenditore padovano suicida e dai rappresentanti delle principali categorie economiche del Veneto, ancora una volta regione di frontiera e avanguardia del sistema-Paese.
Se il governo Monti, per sua stessa definizione, sta lavorando a un pacchetto di misure «salva-Italia», parte necessaria e indifferibile di questi provvedimenti è il recepimento – come chiede l’appello a Monti – della Direttiva europea che impone, come norma di civiltà e sopravvivenza economica, tempi certi di pagamento per le imprese, sia dalla Pubblica amministrazione verso i privati, sia tra soggetti privati.
Tempi certi e non biblici: 30 giorni nella normalità e 60 solo per i casi eccezionali, dice l’Europa, pena il pagamento di interessi di mora progressivi che scattano già dal trentesimo giorno e partono dall’8% per salire insieme al protrarsi del ritardo.
Una sollecitazione in questo senso è arrivata al governo proprio ieri mattina, nella sede più ufficiale che si possa dare – l’aula della Camera dei deputati – per iniziativa della parlamentare trevigiana Simonetta Rubinato: «Il suicidio dell’impresario edile padovano Giovanni Schiavon, ultimo di una triste serie – ha citato testualmente Rubinato, rivolgendosi al ministro per i rapporti con il Parlamento, Piero Giarda – è il gesto estremo di chi, costretto ad attendere anche più di 400 giorni per il pagamento dei lavori da parte di privati ma anche dell’amministrazione pubblica e degli Enti locali alle prese con il patto di stabilità , finisce vittima di una stortura tutta italiana. Occorre che il governo e il Parlamento – ha aggiunto – mettano all’ordine del giorno con urgenza il recepimento della Direttiva europea sul ritardo dei pagamenti, rinviato dal precedente governo alla fine di ottobre ».
A quell’epoca, infatti, la commissione Bilancio della Camera stralciò dal testo della legge comunitaria il provvedimento sul ritardo dei pagamenti, considerandolo troppo oneroso per i bilanci della Pubblica amministrazione.
Alessandro Zuin
(da “la Repubblica”)
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