PARISI E’ ANCORA BEN SALDO IN SELLA PERCHE’ E’ IL BANCO CHE DA’ LE CARTE E IL BANCO VINCE SEMPRE
PARISI SOGNA IN GRANDE, GLI ALTRI SI ACCONTENTANO DEL TERZO POSTO… E SILVIO NON GIOCA PER PERDERE
Avete sentito Berlusconi a Rtl? Ha rettificato il Berlusconi di Radio Anch’io che rettificava il Berlusconi al Corriere della Sera (ecc.. ecc…).
Un’approfondita conoscenza del cosiddetto inner circle berlusconiano e dello stesso Berlusconi consente di comprendere che Stefano Parisi (protagonista di un’ottima performance a Porta a Porta) è “in sella” prima delle apparenti stroncature di ieri da parte del leader di Forza Italia.
C’è il gioco – o, meglio sarebbe dire, le orbite – dei satelliti che ruotano intorno al Re Sole. La dinamica del potere degli azzurri è da sempre la medesima.
Il “partito del Nord” contro quello “del Sud”, Fitto contro Alfano, falchi contro colombe, ecc…
Se un partito è diviso in fazioni, o meglio se qualunque nuovo aspirante leader non è rappresentativo di tutti (difficile esserlo), allora tutti possono sentirsi garantiti solo da lui, il Presidente.
Salvini e Meloni, parlate con Toti? Vi faccio sapere che il governatore della Liguria non può garantirvi quanto promesso, ovvero i voti di Forza Italia. E metto in campo Parisi e il sogno di un centro destra nuovamente inclusivo.
Toti va a Firenze dopo aver aperto a Salvini in una intervista a Repubblica e partecipa alla sua incoronazione in piazza quale leader del centrodestra? Vi spiego sul Corriere che io, Silvio, non andrei mai dietro a uno come Salvini e che la destra l’ho sdoganata e la Lega l’ho domata, ma da posizioni moderate, ragionevoli, maggioritarie. E di forza.
Chiamo a rapporto Toti per strigliarlo e lui si lamenta per le bordate ricevute da Parisi all’indirizzo suo e di Salvini; a ciò si aggiunge l’insofferenza nei confronti dell’homo novus del centro destra (da me legittimato ancora poche ore prima in occasione del suo comizio a Padova) da parte di tutto il vecchio armamentario del partito?
Fammi dire un’ovvietà a Radio Anch’io: se non va d’accordo con tutti (ma si può?), Parisi non può fare il leader di coalizione (ma quale coalizione?), ma fammi anche (via Rtl) qualche ora dopo correggere il tiro.
È il banco che dà le carte e il banco, amici miei, vince sempre.
Così Parisi è ancora in campo, forse più di prima, ma deve pedalare.
Qui (come altrove) nessuno regala niente. La verità è che il futuro è ancora da scrivere. Il progetto di Toti, Salvini, Meloni è un centro destra radicalizzato, non vincente: mettere insieme ciò che c’è per un onesto terzo posto.
Al momento, sondaggi alla mano, questa è la prospettiva.
Parisi sogna in grande: una forza moderata e riformista, capace di parlare ai ceti produttivi del Paese e, in nome della sua diversità e novità , capace di competere realmente ed efficacemente – come già avvenuto a Milano – per il primo posto.
Per farlo c’è moltissimo lavoro davanti, non cercando imprimatur ed evitando letali fatwe.
Chi saprà proporre prima di maggio 2017 una strada vincente godrà del sostegno convergente del Cav che – è bene ricordarlo – ha sempre in mente due sole opzioni: essere protagonista di un’opzione vincente o leader di un’alternativa minoritaria. Tertium non datur.
Andrea Camaiora
(da “Huffingtonpost”)
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