PARTE PRIMA: COM’E’ FINITA LA STORIA DELLA DEPUTATA M5S GIULIA SARTI CHE ACCUSAVA IL FIDANZATO DI AVER RUBATO I 20.000 EURO DEI RIMBORSI
LA PROCURA CHIEDE L’ARCHIVIAZIONE, IL FIDANZATO HA DIMOSTRATO DI NON AVERLI MAI PRESI, LEI DICE DI “ESSERE STATA COSTRETTA DAI VERTICI GRILLINI A DENUNCIARLO PER SALVARE LA SUA CARRIERA POLITICA”
Vi ricordate della vicenda di Giulia Sarti e Bogdan Andrea Tibusche?
Era scoppiata durante la campagna elettorale per le elezioni politiche del 2018, perchè la grillina era stata accusata di non aver effettuato bonifici per il fondo del microcredito, come si erano impegnati a fare i parlamentari M5S, per 19399 euro.
All’epoca lei sostenne che fosse tutta colpa dell’ex, fidanzato e collaboratore, Bogdan Andrea Tibusche alias Andrea De Girolamo (come si faceva chiamare su Facebook).
Per questo l’aveva denunciato in procura a Rimini e poi si era autosospesa, chiudendosi nel silenzio fino a qualche tempo fa, quando in un lungo post su Facebook si è scusata, proclamandosi innocente. «O la questione verrà risolta prima dell’eventuale proclamazione, oppure rassegnerò immediatamente le dimissioni».
La dichiarazione risale al 17 febbraio 2018. Nel frattempo la questione non è stata risolta prima della proclamazione, ma la Sarti è attualmente onorevole e presidente della Commissione Giustizia della Camera.
In compenso però la storia che riguarda i rimborsi di Giulia Sarti e il ruolo di Bogdan Andrea Tibusche si avvia a grandi passi verso la conclusione.
Ieri infatti il pubblico ministero ha fatto un passo decisivo nei confronti dell’accusa di appropriazione indebita: ha chiesto l’archiviazione. E c’è di più.
Perchè la Sarti, parte in causa, non si è opposta all’archiviazione richiesta dal PM sulla quale ora sarà un giudice a decidere.
Bogdan aveva ribattuto punto su punto sugli addebiti mossi contro di lui dalla parlamentare pentastellata consegnando anche una serie di documenti, tra cui messaggi e chat, in cui appariva evidente come la Sarti fosse al corrente dei movimenti bancari e dei mancati versamenti.
In un frammento di conversazione, inoltre, la stessa parlamentare annunciava al suo ex di essere costretta a denunciarlo, pare su pressione dei capi del Movimento 5 Stelle, proprio per salvare la sua carriera politica.
La fine della storia quindi è questa: Sarti ha accusato il suo ex, lui si è difeso, il pubblico ministero ha creduto a quest’ultimo, la Sarti aveva promesso chiarimenti o dimissioni e non è arrivata nè l’una nè l’altra cosa.
E c’è un dettaglio che ancora non è chiaro: ma alla fine quei ventimila euro dove sono finiti?
(da “NextQuotidiano”)
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