PATRIOT AMERICANI A KIEV: COSA SONO I SISTEMI DI DIFESA ANTIAEREA E COME POSSONO CAMBIARE LA GUERRA
RAGGIO D’AZIONE DI OLTRE 80 KM E 40 KM DI ALTEZZA, IL PAC-3 INTERCETTA I MISSILI BALISTICI
Si fa presto a dire Patriot. Da quarant’anni infatti sono state introdotte in servizio numerose versioni del sistema contraereo made in Usa, con prestazioni molto differenti ed è difficile valutare quale potrebbe essere l’impatto della sua consegna all’Ucraina senza conoscere il modello prescelto. Di sicuro, però, se Washington dovesse prendere questa decisione, si tratterebbe di un salto di qualità importante nel sostegno alla resistenza: diventerebbe l’arma statunitense più complessa e tecnologicamente evoluta fornita a Kiev.
Il MIM-104 è entrato in servizio nel 1984 e ha avuto il battesimo del fuoco nella “Tempesta del deserto”, la campagna del 1991 per la liberazione del Kuwait. Batterie semoventi furono trasferite in Arabia Saudita e in Israele per fermare i missili balistici Scud lanciati da Saddam Hussein. La propaganda lodò le capacità dei Patriot nell’abbattere gli ordigni della rappresaglia irachena: “Hanno concluso 42 a 41 – disse il presidente Bush senior usando il lessico sportivo -: su 42 missili ingaggiati ne hanno distrutti 41”.
La realtà però è stata molto meno entusiasmante. Lo scudo terra-aria era stato progettato per scoprire e intercettare gli aerei sovietici e solo secondariamente i missili, molto più veloci: il software mostrò diversi buchi di programmazione, oltre a veri e propri errori, che provocarono gravi incidenti. Proprio nell’ultimo giorno di guerra, un difetto nel computer non fece attivare la batteria di Patriot permettendo a uno Scud di centrare la mensa della base di Dhahran uccidendo 28 soldati statunitensi.
Difetti corretti rapidamente e poi, nel corso dei decenni, con cambiamenti radicali nella struttura del sistema, introducendo nuovi radar e missili potenziati. Raytheon ha costruito 1.100 lanciatori e oltre 10mila ordigni, venduti direttamente a quindici nazioni. Ogni missile pesa 900 chili e ha una testata con 90 chili di esplosivo: si dirige sui bersagli a una velocità pari a cinque volte quella del suono. L’ultima variante prodotta viene chiamata PAC-3 ed è stata disegnata per migliorare la capacità di intercettare i missili balistici, nel timore di un confronto con Iran o Corea del Nord. Una minaccia che i Patriot dislocati in Arabia Saudita hanno dovuto affrontare in concreto, duellando con le armi scagliate dagli Houthi yemeniti, spesso senza riuscire a scoprire il volo degli incursori o agendo troppo tardi per riuscire a fermarli.
Bersaglio fino a 80 km
Il PAC-3 ha un raggio d’azione di oltre 80 chilometri e può arrivare a 40 d’altezza. In genere ogni batteria mobile dispone di sei semoventi lanciatori, ciascuno con quattro armi, capaci di garantire una cupola protettiva intorno a una grande città.
Il possibile uso sulla linea del Dnipro e nel Donbass
“Il Patriot è nato come sistema antiaereo a lungo raggio e si è evoluto in uno strumento contro i missili balistici – commenta Pietro Batacchi, direttore di Rivista Italiana Difesa -. Non sarebbe utile impiegarlo a Kiev perché lì i russi usano i droni e missili da crociera, contro i quali ha dimostrato capacità limitate. Sarà invece efficace se lo useranno nelle aree operative – nel Donbass o lungo il fronte del Dnipro – dove può abbattere gli aerei e i missili russi che bombardano le posizioni dell’esercito ucraino”.
Il Pentagono potrebbe decidere di concedere dei modelli meno avanzati, per non correre il rischio che i ricognitori di Mosca studino le emissioni dei radar e preparino contromisure elettroniche. Uno dei fattori più rilevanti è però il tempo. Se anche la batteria fosse disponibile immediatamente, l’addestramento del personale ucraino richiederebbe almeno tre mesi: il Patriot è totalmente differente dagli apparati S-300 di concezione russa. Il secondo aspetto è il costo delle munizioni: ogni missile ha un prezzo di due milioni di dollari, cento volte superiore a quello dei droni iraniani scagliati contro l’Ucraina.
(da agenzie)
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