PIANTEDOSI FA INCAZZARE GIORGIA MELONI, AL PUNTO CHE FRATELLI D’ITALIA INVOCA CHIARIMENTI SU QUANTO SUCCESSO
IL SOSPETTO È CHE L’OBIETTIVO SIA RIPRISTINARE I DECRETI SUI PORTI CHIUSI, CON ANNESSO RISCHIO DI CAMPAGNA ELETTORALE PERMANENTE BY SALVINI
In origine sono stati, quattro mesi fa, gli «sbarchi selettivi» e, ancora di più, «il carico residuale». Oggi sono le frasi sulla disperazione delle madri e la vita dei figli messa in pericolo sui barconi. Non c’è alcun dubbio che non ci sia calore nelle espressioni scelte dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. Una neolingua da burocrate, gelida, che l’ex prefetto ha trasferito in politica e che sta imbarazzando non poco Giorgia Meloni.
La premier ha voluto risentire le sue dichiarazioni, prima di contattarlo e di fatto – come spiegano fonti di governo – chiedergli di correggersi, di contestualizzare meglio il senso delle sue parole, di umanizzarle. Piantedosi esegue e per tutta la giornata ripete come un ritornello la formula ideata per dare una giustificazione a quanto detto: «Intendevo lanciare questo messaggio: fermatevi, veniamo a prendervi noi».
Non è una coincidenza, dunque, che quasi contemporaneamente il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida da Bruxelles lanci la notizia di un maxi decreto flussi da 500 mila ingressi regolari, una cifra poi parzialmente corretta e di cui al Viminale erano completamente all’oscuro.
La fretta di correggersi, di spiegare, di annunciare l’irrobustimento di un corridoio legale per i migranti tradiscono le difficoltà e le preoccupazioni del governo.
Meloni è stata investita dalla potenza di morte delle immagini dei cadaveri sulla spiaggia del Crotonese, e dalle falle nelle ricostruzioni dei salvataggi. Non è chiaro se ci sia davvero un piano per aumentare i flussi e regolarizzarli, ma di certo annunciarlo – spiazzando persino i tecnici del ministero dell’Interno – è un tentativo di dare una rotta politica diversa alla tragedia.
L’ultimo decreto flussi è arrivato sulla Gazzetta ufficiale il 26 gennaio. Riporta il numero, come annunciato già alcune settimane prima, di 82 mila ingressi di lavoratori stranieri: parte entreranno come stagionali, parte come dipendenti a tempo indeterminato. Rispetto al decreto flussi di due anni fa, a firma Mario Draghi, da Meloni sono stati concessi ventimila ingressi in più. Ed è un segnale forte, di come la produzione in Italia abbia bisogno di manodopera che non riesce a trovare sul mercato.
Come ha detto il ministro dell’Agricoltura – settore tra i più interessati -, mettendo insieme le varie richieste pervenute servirebbero ben 500 mila ingressi.
(da La Stampa)
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