PIU’ IMPUNITA’ PER TUTTI: LA DESTRA DA FAR WEST SU GIUSTIZIA, APPALTI E CONDONI
CONTINUI ASSIST E FAVORI A EVASORI E INDAGATI, SALTA ANCHE IL CONTROLLO PREVENTIVO ANTIMAFIA
Condoni penali, ritorno alla vecchia prescrizione, scudo erariale, bavaglio alle intercettazioni. Piccoli pezzi di restaurazione che, messi insieme, si traducono come un diffuso “liberi tutti” che agevola gli evasori e ostacola il lavoro della magistratura. È la destra del far west che vuole tutti impuniti.
E a quanto già realizzato in questi primi mesi di governo Meloni si aggiungono novità di continuo: l’ultima è in un emendamento presentato dal ministero dell’Interno al decreto Pnrr in discussione in Senato che consentirebbe di allentare i controlli antimafia negli appalti fino al 2026.
Cosche Meno controlli
Su spinta del Viminale, il governo vorrebbe prorogare per tre anni una norma varata a suo tempo dal governo Conte-2 per velocizzare gli appalti nei mesi della ripartenza dalla quarantena per il Covid e da allora già rinnovata dall’esecutivo di Mario Draghi. L’emendamento al decreto Pnrr stabilisce la possibilità di concedere un appalto a imprese non censite nella Banca dati nazionale antimafia, rilasciando loro una “informativa liberatoria provvisoria” a cui dovrebbe poi seguire un controllo ex post.
La ratio è la solita: i controlli antimafia richiedono tempo e di tempo ce n’è poco. Il problema è che le imprese non censite potrebbero stipulare i contratti e confidare poi nei (probabilissimi) ritardi dei successivi controlli, da effettuare entro 60 giorni. A quel punto, via libera. La norma preoccupa non poco l’Anac (l’Autorità nazionale anti-corruzione) che già in passato aveva espresso i propri dubbi sulla sospensione di pochi mesi delle consuete procedure antimafia. Adesso lo stop è addirittura di tre anni.
Gare Affidamenti diretti e subappalto selvaggio
Criticato duramente da Anac, il nuovo Codice degli appalti voluto da Matteo Salvini si distingue per favorire la procedura negoziata senza bando rispetto alle aste: basteranno cinque inviti per gli appalti fino a 1 milione di euro e 10 inviti per gli appalti tra 1 e 5,4 milioni.
A questo si aggiunge l’affidamento diretto obbligatorio per appalti sotto i 150 mila euro e la possibilità di estendere l’affidamento diretto fino ai 500 mila euro per i piccoli Comuni. Totale: si stima un 98 per cento di appalti senza gara. Altro problema enorme è il subappalto a cascata: tolte le limitazioni, nulla vieterà di subappaltare quanto già subappaltato, frammentando i cicli produttivi in infiniti rivoli che potranno finire per essere gestiti da cooperative o società sempre più piccole e meno trasparenti. Contro il codice, Cgil e Uil saranno in piazza domani. Alla mobilitazione ha aderito ieri anche l’Efbww, la Federazione europea dei sindacati dei lavoratori edili: “Le nuove regole vanno contro quello che abbiamo sempre difeso, favorendo lo sfruttamento dei lavoratori, soprattutto quelli più fragili”.
Condono Il blitz in Cdm: regalo a chi ha evaso
Infilato all’ultimo minuto nel decreto Bollette dell’altro giorno, prevede la depenalizzazione dei reati di omesso versamento di ritenute per importi superiori a 150 mila euro, di omesso versamento di Iva sopra i 250 mila euro e di indebita compensazione dei crediti. Un condono, per chiamarlo col suo nome: chi ha debiti con lo Stato ma accetta di restituire le somme dovute, non incorrerà in sanzioni penali. In passato Fratelli d’Italia aveva provato anche a “sanare” i reati di dichiarazione infedele e di omessa dichiarazione, rinunciando poi anche a causa dello scontro dentro alla maggioranza.
Prescrizione Dietrofront: la “Cartabia” non basta
La riforma Cartabia ha già scardinato buona parte della Spazzacorrotti di Alfonso Bonafede sulla prescrizione, limitando ai reati più gravi tempi più lunghi e sancendo l’improcedibilità dopo due anni dalla sentenza di primo grado e dopo un anno da quella d’Appello. Il Guardasigilli Carlo Nordio però vorrebbe tornare dall’improcedibilità alla prescrizione e Fratelli d’Italia studia come fare. Ciro Maschio, presidente della Commissione Giustizia alla Camera, ha presentato un progetto di legge che ricalca la riforma Orlando, con uno stop di un anno e mezzo rispetto allo scorrere dei tempi di prescrizione sia in primo grado che in Appello. Sui dettagli, però, si tratterà nei prossimi mesi.
Scudo Amministratori protetti dalle inchieste
Fratelli d’Italia ha già provato il blitz più volte. Finora l’operazione non è riuscita, anche a causa dei timori di rilievi dal Colle, ma è certo che il centrodestra ci riproverà: la volontà è quella di estendere la non punibilità erariale per amministratori e dipendenti pubblici fino a tutto il 2025. In altre parole: uno scudo da indagini erariali per tutto il periodo delle opere finanziate dal Pnrr. La norma non piace per nulla alla Corte dei Conti, che ne uscirebbe con le mani legate. In passato i giudici erariali avevano già criticato lo “scudo”, previsto dal decreto Semplificazioni del 2020 nell’ambito delle norme post-lockdown. Da allora la norma è stata più volte prorogata e ora diventerebbe un salvacondotto su opere dal valore totale di miliardi di euro.
Intercettazioni Nordio prepara il bavaglio
Nordio lo ha detto in tutti in modi, il più esplicito dei quali è stato invocare un Parlamento “che non sia supino ai magistrati”. A giugno arriverà il testo di riforma delle intercettazioni, con una stretta sia sulla registrazione sia sulla pubblicazione da parte dei media. Nordio aveva accarezzato anche l’idea di limitare quelle per mafia, prima di dover annunciare un mezzo passo indietro complice – proprio in quei giorni – l’arresto di Matteo Messina Denaro per merito anche delle intercettazioni. La maggioranza finora si è divisa sulla corruzione: rientra o no tra i reati esclusi dalla stretta, al pari appunto di mafia e terrorismo? Nordio tentenna.
Mani libere Reati aboliti per la paura della firma
In estate arriverà la riforma dei reati di abuso d’ufficio e traffico di influenze. Nordio vorrebbe eliminarli tout court: il primo in nome della “paura della firma” che attanaglierebbe gli amministratori; il secondo perché ritenuto “troppo vago”. Varie riunioni tecniche hanno portato Nordio ad accettare una possibile mediazione che potrebbe tenere in piedi per alcuni casi limite il reato di abuso d’ufficio, ma in maggioranza non ci sono obiezioni: si proceda col colpo di spugna.
Pace fiscale 12 sanatorie approvate in manovra
Già approvato in manovra, l’insieme dei condoni fiscali è stato appena prorogato. Chi non ha versato il dovuto può sanare le violazioni di natura formale commesse fino al 31 ottobre 2022, mentre viene riaperto il pagamento per il ravvedimento speciale sulle dichiarazioni per quelle presentate entro il 31 dicembre 2021. In tutto sono dodici le sanatorie previste dal governo in legge di Bilancio e si arriva anche alla mancata dichiarazione delle criptovalute e alla rottamazione delle cartelle fino a 1.000 euro.
(da Il Fatto Quotidiano)
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