POMPEI TRA DIVIETI IGNORATI, RIFIUTI E IMPRONTE DI ROSSETTO SUGLI AFFRESCHI
BANCOMAT GUASTO, SORVEGLIANZA ZERO E PIOGGIA SUI CALCHI
Martedì mattina assieme ad alcuni amici decido di concedermi una vacanza culturale agli scavi di Pompei, attratti dalla recente mostra ‘Pompei e l’Europa 1748-1943’, inaugurata con enfasi dal ministro Dario Franceschini.
Ad accoglierci in piazza Anfiteatro, ingresso centrale degli scavi una fila interminabile di visitatori disposti diligentemente in fila ma raschiando quel poco d’ombra concessa dagli alberi che incorniciano la piazza.
Passano i minuti, l’insofferenza cresce, si procede lentissimi. Ad un certo punto dalla biglietteria spuntano alcuni addetti che informano di preparare i contanti alla mano, in quanto il bancomat è guasto.
Finalmente giungiamo allo sportello, 13 euro il costo del biglietto, da maggio costa due euro in più poichè include anche la visita alla mostra.
Zaini e borse a gogò
Superato l’ingresso campeggia una fotocopia che avverte i visitatori di non introdurre zaini e borse, avviso ignorato da tutti.
Eppure la notizia è di qualche giorno fa: un giovane turista straniero minorenne in visita con la mamma, sottrae una tegola dell’antica Pompei trovata così per caso a terra e infilata in tutta fretta nello zaino per comprarsi l’ultimo modello di Iphone, solo l’intervento di un turista americano ferma l’ennesimo furto dall’area archeologica; si perchè i controlli a Pompei li fanno gli stessi turisti considerando che il personale di sorveglianza deve gestire un’area enorme e i custodi al confronto sono davvero pochi.
Entrati nell’anfiteatro ci dirigiamo verso la piramide ideata da Francesco Venezia, suggestiva ma forzata presenza secondo il parere dei miei amici.
L’ingresso è regolato da un addetto alle visite che controlla il flusso circolare dei turisti che scattano foto ai resti di venti pompeiani polverizzati della terribile eruzione che cancellò la cittadina nel 79 d.C., riprodotti in calchi e restaurati da poco.
Piove sui calchi
In questi giorni violenti acquazzoni si sono abbattuti sulla Campania tanto da scatenare un’allerta meteo e anche Pompei a quanto pare non è stata risparmiata, a tal punto che la pavimentazione della piramide che ospita l’allestimento dei calchi, è bagnata da piccole ma significative pozze d’acqua.
Piove dunque, sui calchi restaurati.
Percorriamo la centralissima via dell’Abbondanza e i cantieri per la ripavimentazione dei marciapiedi sono un po’ ovunque, davanti ai thermopolia, come davanti alle domus, sembrano veri e propri saggi di scavo e forse lo sono davvero; forse si cerca qualche monetina persa durante l’eruzione ho pensato, ricordando i racconti di un anziano custode che più volte percorrendo via dell’Abbondanza e via Stabiana ne ha trovate qualcuna, portate alla luce dalla pioggia, che quì a Pompei “scava”.
Rossetto sugli affreschi della domus
Oltre alla mostra i miei amici sono curiosi di visitare la casa della fontana piccola, la domus è stata riaperta al pubblico a maggio, dopo un intenso lavoro di restauro.
E’ bellissima come ce lo aspettavamo, ricca di affreschi ma non solo.
Sorprende in una stanza della domus, un bacio impresso con il rossetto da una turista su uno degli affreschi appena restaurati, sembra suggerire “I love Pompei!” ma al tempo stesso rappresenta l’ennesimo scempio anche se “romantico”.
Ancora piccioni
Nella stessa stanza scorgiamo alcuni colombi fare capolino da un’apertura, eppure da poco è stato approntato un sistema per debellare la loro presenza costato un bel po’ di euro.
Ma la natura alla fine ha sempre il sopravvento, penso. Per finire, la villa dei Misteri è una tappa d’obbligo.
Nonostante il caldo e la stanchezza che cominciano ad avere il sopravvento, la sete di cultura è una marcia in più che ci conduce dopo aver girovagato per il foro, cardini e decumani, fuori le mura dell’antica Pompei per visitare una delle meraviglie del sito archeologico, una residenza unica al mondo e dal nome affascinante.
Mosaici che si sgretolano
Anche qui i restauri sono in corso, eppure c’è un micro mosaico, con la sua “emorragia “ di tessere bianche, calpestato da centinaia di turisti che ogni giorno visitano la villa; deve essere sfuggito all’occhio dei restauratori, penso.
Sulla via del ritorno decidiamo di liberarci delle bottigliette d’acqua che ci hanno accompagnato e permesso di rinfrescarci, anche riempiendole alle numerose fonti d’acqua potabile che sgorgano dalle antiche fontane.
Gran finale con spazzatura
I cassonetti per la differenziata ubicati all’interno dell’area archeologica però sono quasi tutti pieni, complice l’ elevata affluenza di turisti ma al tempo stesso anche la lenta rimozione dei rifiuti.
Osservo il punto di raccolta della spazzatura nei pressi di villa dei Misteri, è al collasso.
Antonio Cangiano
(da “il Corriere della Sera”)
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