PROCURA DI PALERMO: “TRA ARATA E SIRI ACCORDI CORRUTTIVI”
“ARATA HA PORTATO IN DOTE I SUOI RAPPORTI CON LA LEGA”
“Dalle attività di indagine è emerso che Arata ha portato in dote alle iniziative imprenditoriali con Nicastri gli attuali influenti contatti con esponenti del partito della Lega, effettivamente riscontrati e spesso sbandierati da Arata medesimo”.
Lo scrive il gip di Palermo nella misura cautelare che ha disposto l’arresto di Paolo Arata, ex consulente del Carroccio ed ex deputato di Forza Italia, del figlio e dell’imprenditore alcamese Vito Nicastri finito in manette col figlio Manlio.
Per tutti l’accusa è di corruzione, intestazione fittizia di beni e autoriciclaggio.
“Arata ha fatto tesoro della sua precedente militanza politica, in Forza Italia, – scrive il gip – per trovare canali privilegiati di interlocuzione con esponenti politici regionali siciliani ed essere introdotto negli uffici tecnici incaricati di valutare, in particolare, i progetti relativi al bio-metano”
Nel corso delle indagini che hanno portato all’arresto di Arata, “tra i fatti di reato sono emersi anche ipotizzati accordi corruttivi raggiunti a Roma nel settembre 2018 da Paolo Arata, dal figlio Francesco e dell’attuale senatore Armando Siri”. Lo scrive il gip nella misura cautelare.
Gli atti relativi a Siri sono poi stati inviati a Roma dove la Procura sta proseguendo l’inchiesta. “Ufficio con il quale è in corso pieno e proficuo coordinamento investigativo che ha consentito tra l’altro, lo scorso 18 aprile, l’esecuzione congiunta di attività di perquisizione e sequestro nei confronti di alcuni indagati iscritti sia nell’ambito del presente procedimento che nell’ambito di quello pendente innanzi alla A.G. di Roma”, dice il gip.
Nell’ordinanza, il gip spiega la “confluenza di interessi, da parte di più articolazioni mafiose” nel settore delle energie rinnovabili ”è stata plasticamente rappresentata dal suo capo assoluto”, Totò Riina, “il quale durante la sua detenzione nel carcere milanese di Opera, nell’affrontare temi e vicende relative ad altre questioni criminali, commentava già nel 2013 con il suo interlocutore la decisione di speculare nel settore eolico da parte del latitante Matteo Messina Denaro, reo a dire del Riina di tralasciare gli affari tradizionalmente oggetto delle attività criminale di Cosa Nostra e di dedicarsi ai ‘pali’, figura retorica utilizzata dal boss per indicare l’attività imprenditoriale riferibile al settore dell’eolico”.
Intercettazioni. “Sono Arata il socio di..Vito..”, così Paolo Arata, ex consulente per l’Energia della Lega arrestato oggi, si qualificava alludendo alla sua società con l’imprenditore in odore di mafia Vito Nicastri, anche lui finito in manette. I due erano soci occulti, Nicastri era ai domiciliari perchè ritenuto tra i finanziatori della latitanza del boss Matteo Messina Denaro.
“Eh…è un bel problema questo…soprattutto per lui, ma anche… insomma,.. tutte le cose che abbiamo insieme, così”, diceva Arata riferendosi al fatto che il socio era agli arresti. “Io sono socio di Nicastri al 50%”, spiegava non sapendo di essere intercettato. Tra le società comuni la Etnea srl e la Solcara srl, entrambi operanti nelle energie rinnovabili.
“Ero socio con Vito che era il più bravo del settore.., il più bravo… il più bravo in assoluto, lo chiamano il re dell’eolico. Abbiamo fatto due società , una nostra… va bene,poi la seconda me l’ha fatta fare con lui e anche questa abbiamo avuto gli stessi problemi”, spiegava.
(da agenzie)
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