ARATA ARRESTATO, L’ORDINE DI SCUDERIA DEL M5S: “NON ATTACCARE LA LEGA”
ANCHE MORRA COSTRETTO A CORREGGERE IL TIRO… CHI GRIDAVA ONESTA’ ORA IMPONE IL SILENZIO ALTRIMENTI I MAGGIORDOMI RISCHIANO LA POLTRONA
Il giro di mazzette siciliane spacca i 5 Stelle, che faticano a prendere una posizione comune.
Da un lato c’è chi resta fedele ai principi di giustizialismo e dall’altro invece si posiziona su chi è diventato governista e nel nome dell’andare avanti con la Lega tiene un profilo basso e non attacca l’alleato.
L’arresto di Paolo Arata, il consulente di Matteo Salvini per l’energia che ha stilato il programma leghista, scuote i grillini. Solo un mese fa, a indagini in corso, Luigi Di Maio aveva sollevato gli scudi facendo dimettere il sottosegretario leghista Armando Siri coinvolto nell’inchiesta perchè avrebbe fatto pressioni per inserire un emendamento sull’eolico in cambio di 30mila euro promessi dallo stesso Arata. Non solo.
Il Movimento aveva anche chiesto il licenziamento del figlio Federico, non indagato e assunto a Palazzo Chigi da Giancarlo Giorgetti presso il Dipartimento programmazione economica. Ora i toni dei vertici sono ben diversi e solo in pochi rimangono dalla stessa parte.
Tra questi Nicola Morra che accende la miccia sulla questione giustizia: “Alla luce dei nuovi arresti in Sicilia, ribadisco l’urgenza dell’audizione del ministro Salvini”.
Nel giorno in cui finiscono in carcere Paolo Arata, ex consulente della Lega per l’energia, e il figlio Francesco, ecco che il presidente della commissione Antimafia rende pubblica la richiesta di ascoltare il titolare del Viminale, richiesta avanzata già nel dicembre scorso. Nei 5Stelle piomba il silenzio, poco dopo Morra precisa che si tratta di audizioni “normali” che tutti i ministri devono svolgere per illustrare le linee guida.
Alessandro Di Battista però getta benzina sul fuoco, lo stesso fa il sottosegretario Stefano Buffagni. Dall’altra parte i vertici frenano e dettano la linea: “Nessun attacco frontale alla Lega”, questo è l’ordine di scuderia.
Eppure le accuse sono gravi. La procura di Palermo e la Dia sostengono che Arata abbia rapporti d’affari e relazioni spregiudicate con Vito Nicastri, il “re” dell’eolico che avrebbe finanziato la latitanza di Matteo Messina Denaro.
§Oggi solo Alessandro Di Battista affonda il colpo con un forte richiamo agli amici grillini ora al governo: “Il Movimento deve continuare a denunciare il malaffare dilagante, malaffare reso possibile dalle relazioni pericolose dei partiti”. E poi ricorda che “anche uno dei suoi figli è finito in carcere, l’altro ha ottenuto un contratto a Palazzo Chigi grazie a Giorgetti”.
Anche Buffagni tiene la linea sottolineando che a suo tempo il Movimento 5 Stelle agì correttamente nel chiedere le dimissioni del sottosegretario leghista Armando Siri indagato anche lui: “Non siamo noi a dover giudicare, ma la magistratura, anche se gli arresti di oggi dimostrano che su Siri avevamo ragione e che il governo si è mosso nella giusta direzione”.
Correggono il tiro i deputati M5s della commissione Giustizia della Camera che non citano neanche la parola “Lega” o il nome si Siri: “La politica deve sempre schierarsi contro mafie e corruzione e ridurre a zero il rischio di infiltrazioni criminali nelle Istituzioni”.
Di Maio per ora non parla e la Lega dorme quindi sonni tranquilli come dimostrano le parole del ministro Gian Marco Centinaio: “Nessuno scossone per il governo”.
Anche su questo Di Maio asseconda l’alleato creando scompiglio e confusione dentro il Movimento.
(da “Huffingtonpost”)
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