QUANTE BALLE ANNUNCIATE SUL PRATO DI PONTIDA: LA LEGA NON HA MANTENUTO NESSUNA DELLE PROMESSE FATTE
ALTRO CHE “FATTI IN TEMPI CERTI”: SONO PASSATI QUATTRO MESI E DELLE RICHIESTE AVANZATE AL GOVERNO NON NE E’ STATA REALIZZATA NEANCHE UNA… MA I LEGHISTI RESTANO ATTACCATI ALLA COMODA E BEN REMUNERATA POLTRONA
“Fatti in tempi certi”.
Era scritto così nel volantino diffuso dalla Lega a Pontida.
Il Carroccio era alle corde, stretto tra gli scandali del Premier e lo scontento dei militanti.
Ecco la soluzione: prendersi degli impegni e indicare le scadenze entro cui sarebbero stati mantenuti.
Peccato soltanto un dettaglio.
Nel volantino si diceva: “Impegno da parte del Governo a realizzare i seguenti punti programmatici entro le date stabilite”.
Era il 19 giugno, quasi quattro mesi fa.
Molte delle scadenze sono abbondantemente passate e la gran parte delle promesse non sono state mantenute.
Altre sono state realizzate solo molto parzialmente.
Ma per alcune, addirittura, il Governo ha agito in senso opposto alle promesse fatte. Chissà , forse nel Carroccio speravano che tutti si sarebbero dimenticati degli impegni.
Invece quel manifesto sta diventando un boomerang per la Lega: il forum di Radio Padania Libera (prima di essere “momentaneamente” chiuso) è stato sommerso dai messaggi dei militanti inferociti.
I dirigenti leghisti hanno di salvarsi in corner stampando una seconda versione del manifesto con le date opportunamente sbianchettate.
Troppo tardi.
Qualcuno, come il senatore veneto Marco Stradiotto, si è preso la briga di fare le pulci al volantino.
Ecco le scadenze indicate dagli uomini di Umberto Bossi: “Entro due settimane (cioè all’inizio di luglio, ndr)” si arriverà “all’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri della Riforma Costituzionale (dimezzamento numero parlamentari, Senato Federale), mentre l’approvazione definitiva da parte del Parlamento giungerà entro 15 mesi”.
Il Pd oggi fa notare: “Il Consiglio dei Ministri non ha ancora approvato la riforma costituzionale promessa dalla Lega”.
Secondo punto: sempre entro due settimane sarebbe dovuta arrivare “l’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri del decreto legge sulle missioni militari con riduzione dei contingenti impegnati all’estero”. Anche qui nessuna traccia del provvedimento.
Entro un mese (dal 19 giugno) doveva arrivare “l’attivazione delle procedure per l’attribuzione di ulteriori forme di autonomia alle Regioni che le abbiano richieste”. Che cosa è successo? Niente.
Ancora: si prometteva “L’approvazione di misure per la riduzione delle bollette energetiche”. E qui ecco il paradosso: con l’aumento dell’Iva si è realizzato l’esatto contrario.
Il volantino prometteva poi “la riforma del patto di stabilità interno per i comuni e per le Province”. Anche qui si è realizzato l’esatto contrario: il patto di stabilità , modificato con le manovre estive, sarà più stringente e applicato anche ai comuni al di sotto dei cinquemila abitanti. Il meccanismo premiale per gli enti virtuosi risulta inapplicabile.
Un contentino arriva dal “taglio dei costi della politica” che, seppur in minima parte, è stato portato a casa.
Però “il finanziamento del trasporto pubblico locale” di nuovo non è arrivato. Anzi, ecco nuovi tagli alle Regioni.
Non va meglio per gli impegni da realizzare entro 60 giorni: “Approvazione della metodologia per la definizione dei costi standard da applicarsi alle amministrazioni dello Stato”. Ancora nessuna traccia.
Ecco poi le più clamorose promesse della Lega.
Come quella di far approvare, entro l’estate, “da parte del Consiglio dei ministri la proposta di Legge di Riforma Fiscale e sua approvazione definitiva in Parlamento entro la fine dell’anno”. E qui Stradiotto punta sull’amara ironia: “Nessuna traccia del provvedimento, a meno che per riforma non si intenda il taglio di detrazioni e deduzioni Irpef”.
C’è poi la questione delle quote latte da risolvere entro l’autunno: se intendono far condonare 1,6 miliardi di multe per farle pagare alla collettività , beh allora è vero, ci stanno provando.
Fino all’ultimo obiettivo: “L’approvazione definitiva — entro dicembre — del codice delle Autonomie”. Obiettivo in teoria ancora possibile.
Ma gli altri sono quasi tutti saltati.
I leghisti che cosa dicono?
Il Fatto ne ha interpellati diversi, a cominciare dai capigruppo Reguzzoni e Bricolo, ma hanno preferito tutti non rispondere.
Ferruccio Sansa
(da “Il Fatto Quotidiano“)
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