RAI, ECCO LA RIVOLUZIONE DEI TALK SHOW: BASTA RISSE E PRIME TIME
VIA VIRUS, IN BILICO BALLARO’, UNA SERATA IN MENO PER PORTA A PORTA
Talk show completamente reinventati. Più vicini a quello che gli addetti ai lavori chiamano “infotainment” che all’informazione pura.
Più brevi, magari divisi in una prima e una seconda serata molto diverse tra loro.
Sono questi i progetti della nuova Rai, quella che – il 28 giugno – presenterà la rivoluzione dei palinsesti.
A cambiare molto saranno soprattutto Rai2 e Rai3.
Rai1 preferisce affidarsi alla tradizione: rimane il salotto bianco di Bruno Vespa, anche se con una seconda serata in meno (saranno tre invece di quattro).
Rimangono i programmi che l'”infotainment” lo fanno già , da Uno Mattina a La Vita in diretta.
Sulla terza rete arriva invece un programma di approfondimento di mezz’ora, tra le otto e le nove di sera. Una sorta di Otto e mezzo in salsa Rai o anche – dice chi ha la memoria più lunga – un ritorno alla tradizione di cui facevano parte Il fatto di Enzo Biagi o La cartolina di Andrea Barbato.
Le novità sono in mano a Ilaria Dallatana e Daria Bignardi.
Chiamate da Campo Dall’Orto a ridisegnare Rai2 e Rai3 con mission molto diverse: la prima deve guardare ai giovani e sperimentare il più possibile.
È quello che ha annunciato lei stessa quando – confermando l’addio al Virus di Nicola Porro – ha detto che al suo posto ci sarà un programma che parte dalla vita vissuta.
E che quindi, sulla sua rete, i talk scomparirano.
La seconda ha il compito di trovare un nuovo modo di raccontare la realtà . Meno vintage, come ha detto lei stessa al primo giorno a viale Mazzini.
L’unico talk politico di Rai3 è Ballarò, ed è quello che rischia. “È un format che ha fatto il suo tempo”, dice chi lavora ai nuovi progetti.
E qui cominciano le incertezze. Perchè l’idea che tenta Antonio Campo Dall’Orto e Daria Bignardi è quella di abbandonare perfino il marchio per sostituirlo con qualcosa di completamente diverso.
Il problema non è la competizione con il Di Martedì di Giovanni Floris, che ha battuto l’anno scorso e che nella media di quest’anno supera sia per share che per spettatori.
Il punto è creare qualcosa che si smarchi e richiami un altro pubblico: tra i nomi più accreditati per condurre il nuovo format c’è Pif. Che non è solo un intrattenitore di Mtv, ma anche un regista e un autore impegnato, come ha dimostrato nel film La mafia uccide solo d’estate.
Massimo Giannini quest’anno è stato più volte attaccato dai parlamentari del Pd di fede renziana. Accusato di dare troppo spazio all’opposizione dei 5Stelle, di fare servizi troppo duri con il governo, di aver rappresentato troppo criticamente l’affaire Banca Etruria e il coinvolgimento del padre del ministro Maria Elena Boschi.
Ma non è detto che l’epilogo sia un addio alla Rai. Il direttore editoriale Carlo Verdelli è dalla sua parte. E i vertici non hanno dimostrato ostilità nei confronti del suo lavoro e della sua squadra.
A Rai3 ci saranno delle seconde serate di approfondimento giornalistico, una di queste potrebbe essergli offerta da Daria Bignardi già nei prossimi giorni.
L’ultima parola spetta però ad Antonio Campo Dall’Orto. Tutte le proposte dei direttori di rete passerano dal suo tavolo. Così come accadrà per i telegiornali, cui pure lavorerà la struttura di Carlo Verdelli.
La prima nomina dovrebbe essere quella del vicedirettore del Tg1 Fabrizio Ferragni a RaiParlamento. Le altre arriveranno a fine giugno, massimo inizio luglio.
Con Mario Orfeo pronto a restare e gli altri ad andar via. In tempo per la campagna referendaria sulle riforme.
Annalisa Cuzzocrea
(da “La Repubblica”)
Leave a Reply