RENZI A MILANO PER L’INVESTITURA DI SALA, MA NON SCOMMETTE SU ROMA E NAPOLI
IL PREMIER PUNTA SULLA VITTORIA A MILANO, TORINO E BOLOGNA… CONSIDERA PERSE ROMA E NAPOLI
Sarà un’investitura forse ancora ufficiosa, attenta allo spiccato senso di autonomia della borghesia milanese, ma il passaggio sarà comunque decisivo.
Dopo tante voci sulle amministrative a Milano, domani pomeriggio Matteo Renzi incontrerà il suo candidato ideale per la città meneghina: il manager di Expo Giuseppe Sala. Saranno entrambi al Teatro Grassi domani pomeriggio per la presentazione di Italia 2040, il progetto del governo su Areaexpo ora che l’esposizione universale è finita.
Il premier scommette quasi tutte le sue carte su Milano per le amministrative dell’anno prossimo: con Sala, candidato da primarie o anche no sul quale converge anche una consistente area di centrodestra, sa di poter vincere. E’ il suo modello.
Mentre su Roma e Napoli Renzi già mette nel conto la sconfitta.
E svicola: le amministrative non sono un test per il governo, che invece punta a vincere il referendum costituzionale 2016. E’ quella la sua scommessa.
E’ per questo che fin da ora comincia a derubricare il voto nelle città .
Ma Milano è già conquistata, nei suoi piani. Con Sala, Renzi pensa di mettere in difficoltà anche i recalcitranti alleati di sinistra, freschi della nascita del nuovo gruppo di Sel ed ex Pd sabato scorso al Quirino di Roma. Fassina, Fratoianni, D’Attorre premono per rompere l’alleanza con il Pd anche a Milano, dove “Sala non è la continuazione dell’esperienza amministrativa di Pisapia”, spiegano, convinti che “il centrosinistra è finito e non per colpa nostra”.
Il problema però è farglielo digerire allo stesso Pisapia e a quella parte di Sel che a Milano vorrebbe mantenere lo schema delle primarie sostenendo la candidatura del Dem di sinistra Pierfrancesco Majorino.
E di fronte ad una vittoria di Sala vorrebbe mantenere l’alleanza.
“Dobbiamo essere più arancioni che mai — ci dice Cristina Tajani, vendoliana, assessore alle Politiche del Lavoro della giunta Pisapia — Il tema è consolidare il blocco di governo e consenso che ha lavorato intorno alla giunta Pisapia che è un blocco trasversale che sta dentro Sel, il Pd e i civici, per affrontare tutti insieme la sfida e tenere la continuità della coalizione”.
Domani, proprio mentre Renzi sarà a Milano con Sala, Tajani e i dirigenti milanesi di Sel saranno a Roma per discutere con la segreteria nazionale.
Ma se Milano è già conquistata — o almeno così la vede il premier — Roma e Napoli sono segnate con l’evidenziatore: pericolo.
Renzi conta di battezzare in settimana il dream team per il Giubileo. Da lì potrebbe uscire il candidato sindaco. Ma non ci scommette fin da ora.
Nicola Zingaretti smentisce le voci che lo vogliono candidato: “Penso alla Regione”. Intorno al Pd c’è il vuoto. E tanti problemi, strascico del caso Marino e dell’inchiesta ‘mafia capitale’.
C’è lo strappo — anche qui — di Sinistra italiana. Fassina lancia l’idea di appoggiare il M5s al ballattaggio, i grillini la rispediscono al mittente: “Non ci alleiamo con nessuno, nemmeno con Fassina”.
Ma, al di là dei distinguo anche dentro la stessa ala sinistra, il punto sul quale tutti concordano è che le parole di Fassina segnalano una verità incontrovertibile: dopo l’assemblea di sabato al Quirino nulla è più scontato, l’alleanza con il Pd di Renzi non è scontata. Anzi.
Anche a Napoli non lo è. Lì la sinistra italiana nata sabato scorso dovrebbe appoggiare la nuova corsa del sindaco uscente Luigi De Magistris, tanto più dopo l’assoluzione per l’inchiesta ‘Why not’.
E anche nella città partenopea il Pd non ha ancora un candidato, visto che Renzi non considera Antonio Bassolino un papabile.
Se Roma e Napoli sono ‘a perdere’, Renzi conta di vincere la sfida a Bologna e Torino.
Nel capoluogo emiliano il segretario non mette in discussione la candidatura di Virginio Merola, sostenuto dal governatore Stefano Bonaccini e da due componenti emiliani della segreteria nazionale, Stefano De Maria e Francesca Puglisi.
E’ un’area ex diessina che conta molto in Emilia Romagna e Renzi non ha intenzione di rompere con loro.
Dunque, al momento non è in ballo la candidatura di Elisabetta Gualmini, assessore regionale al Welfare e politiche abitative, tema sul quale tra l’altro si è aperta la frattura con la sinistra che finora ha governato con Merola.
Dopo gli ultimi episodi di sgombero (ex Telecom di via Fioravanti e Atlantide), l’ala sinistra della coalizione chiede lo strappo anche con Merola, come a Milano.
Oggi l’assessore Amelia Frascaroli lancia un appello all’unità , ma la coalizione sembra andare a rotoli.
Come a Torino: dove la sinistra schiera l’ex Fiom Giorgio Airaudo e Piero Fassino dovrà mettercela tutta per vincere la sfida con la temibile candidata grillina: Chiara Appendino.
(da “Huffingtonpost”)
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