RENZI FA DIMETTERE LE MINISTRE PERCHE’ “LA CRISI NON SI RISOLVE CON LA POPOLARITA’ SUI SOCIAL”: PARLA CHI HA INVESTITO GROSSE CIFRE SU FB PER SPONSORIZZARE I SUOI POST
ESILARANTE CHE IL POLITICO CHE HA SDOGANATO L’USO DEI SOCIAL ACCUSI GLI ALTRI DI USARE I SOCIAL
«Nell’affermare la fiducia incrollabile nel presidente della Repubblica, noi pensiamo che si debbano affrontare i tre punti cardine che le ministre e il sottosegretario hanno scritto al presidente del Consiglio. La crisi non si risolve con un tweet e con una stories su Instagram, questo è populismo».
Matteo Renzi — dopo aver utilizzato una tecnica à la Conte per la sua conferenza stampa (annunciata per le 17.30 e iniziata per le 18.15) — ha deciso di far dimettere le ministre Teresa Bellanova ed Elena Bonetti, oltre che il sottosegretario Ivan Scalfarotto.
Renzi lascia comunque uno spiraglio alle forze della maggioranza: «La democrazia ha delle forme — ha detto -, non si devono affrontare i suoi temi caratterizzanti sui social network.
Italia Viva continuerà a votare insieme all’esecutivo sui temi più importanti che verranno messi in agenda nelle prossime settimane, come lo scostamento di bilancio e le nuove misure di emergenza per risolvere la crisi del coronavirus.
Matteo Renzi che per primo, in assoluto, ha sdoganato i social network nell’agone politico italiano, oggi afferma che questi stessi social network rappresentano il vulnus alla democrazia nel nome del quale — nel pieno di una pandemia — un partito di maggioranza, ovvero Italia Viva, decide di innescare la crisi di governo. Il senatore di Rignano rimprovera il presenzialismo del presidente del Consiglio sui media, la prevalenza dell’esposizione sui social network rispetto al confronto nelle istituzioni democratiche.
Proprio quel Matteo Renzi che ha investito diversi fondi, in special modo su Facebook, per sponsorizzare i suoi post e targettizzare i suoi messaggi sui social network, sta sottolineando che il maggior numero di followers rappresenta un problema per i politici e per i suoi esponenti.
Del resto, che le ragioni della crisi siano deboli, lo dimostra anche il ragionamento successivo: «Siamo orgogliosamente costruttori — ha detto -: se c’è il progetto, si costruisce. Ma vogliamo prima vederlo».
Dimissioni Italia Viva sì, ma possibile nuovo patto di legislatura, come tutti gli altri esponenti della maggioranza avevano assicurato nel corso di tutto il pomeriggio.
(da Giornalettismo)
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