RENZO BOSSI SI DIMETTE DA CONSIGLIERE REGIONALE DELLA LEGA: IL COLPO DI GRAZIA DALLA CONFESSIONE DEL SUO AUTISTA
“OGNI VOLTA CHE AVEVO BISOGNO DI SOLDI PER FARE BENZINA O PER PAGARE UN RISTORANTE POTEVO ANDARE ALL’UFFICIO CASSA DELLA LEGA, FIRMARE UN DOCUMENTO CHE NON PREVEDEVA GIUSTIFICAZIONI E RITIRARE AL MASSIMO 1.000 EURO, ANCHE PIU’ VOLTE AL MESE”
“Mi dimetto”. Così Renzo Bossi, figlio del leader della Lega Nord, annuncia al Tgcom24 la decisione di lasciare l’incarico di consigliere regionale lombardo. Un passo indietro che, nelle ultime ore, era stato chiesto da militanti ed esponenti leghisti con sempre maggiore forza.
“Non sono indagato — ha spiegato — ma credo che sia giusto e opportuno per il mio movimento fare un passo indietro”.
E ha aggiunto: “Senza che nessuno me l’ha chiesto faccio un passo indietro in questo momento di difficoltà , do l’esempio — ha detto – Sono sereno e ho fiducia nella magistratura, anche se non sono indagato. E’ giusto e opportuno farsi da parte, sono sereno e so benissimo cosa ho fatto”.
Gli elementi imbarazzanti si moltiplicano e anche la base della Lega, fatto salvo l’affetto per Umberto Bossi, inizia a non sopportare più quello che sta leggendo e ascoltando.
Le dichiarazioni dell’autista di Renzo, il colpo di grazia.
“Non ce la faccio più, non voglio continuare a passare soldi al figlio di Umberto Bossi in questo modo: è denaro contante che ritiro dalle casse della Lega a mio nome, sotto la mia responsabilità . Lui incassa e non fa una piega, se lo mette in tasca come fosse la cosa più naturale del mondo. Adesso basta, sono una persona onesta, a questo gioco non ci voglio più stare”. Alessandro Marmello, autista e bodyguard di Renzo Bossi, si sfoga con Oggi. E al settimanale racconta i tre mesi del 2009 durante i quali ha lavorato per il figlio del Senatur.
Dall’aprile 2011, inoltre, Marmello è stato assunto dalla Lega, racconta, con un contratto a tempo indeterminato emesso direttamente dalla Lega Nord Padania e firmato dal tesoriere Francesco Belsito.
“Da quel momento avrei avuto disponibilità di denaro contante per le spese relative al mio servizio. Ogni volta che avevo bisogno di soldi per fare benzina, oppure pagare eventuali spese per la manutenzione dell’auto, ma anche per pagare il ristorante quando ci trovavamo, spesso, fuori Milano, potevo andare direttamente all’ufficio cassa alla sede della Lega, in via Bellerio, firmare un documento che non prevedeva giustificazioni particolari e ritirare ogni volta un massimo di 1.000 euro. Anche più volte al mese”.
“Il fatto è – spiega Marmello – che questo denaro mi veniva dato come corrispettivo degli scontrini e delle ricevute che presentavo. E tra queste ricevute molte mi erano state date da Renzo per coprire sue spese personali: poteva essere la farmacia, ristoranti, la benzina per la sua auto, spese varie, cose così. Insomma, quando avevo finito la scorta di denaro andavo in cassa, firmavo e ritiravo. La situazione stava diventando preoccupante e ho cominciato a chiedermi se davvero potevo usare il denaro della Lega per le spese personali di Renzo Bossi. L’ho fatto presente a Belsito, spiegandogli che avevo pensato addirittura di dimettermi. Lui non mi ha dato nessuna spiegazione chiara. Ho cominciato ad avere paura di poter essere coinvolto in conti e in faccende che non mi riguardavano, addirittura di sperpero di denaro pubblico, dal momento che i soldi che prelevavo erano quelli che ritengo fossero ufficialmente destinati al partito per fare politica. Soldi pubblici. Certamente, almeno credo, non spendibili per accontentare le spese personali di Renzo Bossi”.
Occhi puntati per domani a Bergamo dove si svolgerà la manifestazione dell’ orgoglio leghista.
Sarà in quella sede che i militanti avranno le loro risposte.
E’ quanto garantito da Roberto Maroni che ieri, nonostante la giornata di festa, ha voluto far sentire la sua voce su Facebook.
“Venite martedì sera (domani, ndr) a Bergamo e avrete le risposte. Pulizia pulizia pulizia, mi sono francamente rotto di Cerchi Magici e Culi Nudi”, scrive l’ex ministro replicando ai militanti del partito e ribadendo la necessità di fare pulizia nel partito investito da tre inchieste giudiziarie.
Maroni, nel post sul social network, si scaglia contro il cosiddetto ‘cerchio magico’ di Rosi Mauro e ironizza su ‘Kooly Noody’, la hit di Pier Moscagiuro, nome d’arte Pier Mosca, fidanzato della stessa Mauro.
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