RIVOLUZIONI BREVI: IL SEL DELL’AVVENIRE TRAMONTA PRESTO
DOPO L’OSTRUZIONISMO IL PARTITO DI VENDOLA SI APPRESTA A DIALOGARE CON RENZI… NESSUNA ROTTURA TOTALE CON IL PD
La festa di Sinistra Ecologia e Libertà , a piazza San Giovanni in Roma, si trascina stancamente. Chi sta dietro lo stand, dopo la fatica di giorni e sere in cui, a volte, non si è vista anima viva, ammette sconsolato: “Prego Dio, e anche la Madonna, che finisca presto”.
Stasera sarà accontentato, la festa di chiusura permetterà ai militanti di andare in vacanza.
Ma l’attenzione alle mosse future di Sel resterà alta.
Il partito di Vendola, infatti, dopo una prima fase di forte opposizione alla riforma di Renzi, ha tirato giù le vele dell’ostruzionismo e sembra tornare a una più normale dialettica parlamentare. Frutto delle offerte in materia di legge elettorale, si dice, o paura di essere risucchiati in una spirale grillina.
“La nostra non è una trattativa che può far cambiare orientamento a Sel sul voto finale che daremo sul provvedimento” assicura il senatore Peppe De Cristofaro.
“Voteremo contro la riforma costituzionale voluta dal governo Renzi. Continueremo la nostra battaglia alla Camera e poi di nuovo al Senato nella terza lettura”.
Battaglia di lungo periodo che sfocerà nei “comitati per il No” quando si terrà il referendum confermativo.
Resta però il sapore di un rientro dopo i giorni più duri di una rottura annunciata.
Le offerte di Renzi sulla legge elettorale sono state decisive.
Sel aveva già ricevuto garanzie dal Capo dello Stato che si era adoperato per una revisione dell’impianto dell’Italicum in direzione di un abbassamento delle soglie per accedere al Parlamento.
Sel punta al 4% ma anche un 5, dicono nel partito, “per noi è potabile”.
C’è poi la partita delle elezioni regionali che ha visto anche settori del Pd preoccuparsi di una rottura che, in regioni come la Calabria o la Puglia, significherebbe la sconfitta per il centrosinistra.
A pesare di più, però, è la strategia di Sel.
Fin dalla rottura con Rifondazione comunista, il partito di Vendola ha fatto della prospettiva di governo un obiettivo fondante.
Dismettere questo orientamento significherebbe vanificare anni di lavoro politico. “Diciamo che siamo in una guerra di lungo periodo”, spiega il responsabile organizzativo Massimiliano Smeriglio: “Il nemico è una delle tante varianti del neoliberismo e noi siamo impegnati in piccole sortite di guerriglia”.
Ecco, oltre la guerriglia, Sel non può andare.
Sal. Can.
(da “il Fatto Quotidiano“)
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