SALVINI VUOLE SIGILLARE TUTTO MA POI RADUNA 1500 PERSONE ALLA FIERA DI GENOVA
IL DIVIETO DI MANIFESTAZIONI PUBBLICHE TOTI LO FA SCATTARE SOLO DOPO LA CENA DI AUTOFINANZIAMENTO DELLA LEGA ALLA FIERA DEL MARE
È successo che ieri, nella Liguria in ballo per il virus, al padiglione Jean Nouvuel della Fiera di Genova si è presentato proprio Matteo Salvini, che ha radunato 1500 imprenditori per una cena di finanziamento del Carroccio.
Il racconto del Secolo XIX:
Alla fine sono oltre 1.500 i prenotati, anche se qualche defezione dell’ultima ora c’è. Una cena che Francesca Corso, consigliere comunale del Carroccio ed infaticabile organizzatrice della macchina leghista, definisce storica. «Noi ce l’abbiamo messa tutta, è una cena di cui sentiremo parlare a lungo», racconta.
Ottanta euro per un posto a sedere nel padiglione Jean Nouvel e spezzare il pane con il “capitano”, solo trenta per i militanti.
E nel partito giurano che la stragrande maggioranza dei contributi finirà a coprire le spese per il catering, la sicurezza e l’affitto del padiglione della Fiera.
Il menù è rigorosamente incentrato sui prodotti tipici perchè il personale, anche a tavola, è politico: antipasto di torte di verdura, gnocchi di patate al pesto e straccetti di brasato al barolo, tutto accompagnato da vini bianchi di cantine spezzine.
Insomma, non male come sottovalutazione dell’emergenza, no?
Ma c’è dell’altro che andiamo a raccontare.
Alle ore 19.30, in modo da finire sul TgRegione, Toti convoca una conferenza stampa in Regione dove annuncia la chiusura delle scuole, il divieto ad eventi pubblici comprese manifestazioni politiche e sportive, chiusi pure i teatri pr una settimana.
In sintonia con quanto deciso dalla Regioni leghiste di Lombardia e Veneto, ma con una piccola differenza: in Liguria non c’e’ stato alcun caso di Coronavirus!!!
Una misura esagerata, a detta di molti.
Ma ecco la chicca: il decreto va in vigore non subito ma dalle ore 24, chissà come mai…
Il motivo?
La Lega ha organizzato una cena elettorale alla Fiera del Mare con 1500 invitati (la creme di finanzieri e imprenditori liguri, non certo il popolino) e alla presenza di Salvini (se l’avesse organizzata il Pd erano “radicalchic”, tanto per capirci)
E dato che l’evento era per le 21, ovvio che il divieto scattasse dalle 24, altrimenti doveva essere annullato.
Inutile dire che Toti era in prima fila, incurante dei rischi per la popolazione in caso di raduni di massa.
Quelli, secondo lui, diventavano reali solo dopo tre ore e dopo aver “servito” Salvini e la sua corte di poteri forti.
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