SALVINI, ZITTO E MOSCA: NEL CASO DELL’INDEGNO ATTACCO A MATTARELLA DA PARTE DELLA PORTAVOCE DEL MINISTERO DEGLI ESTERI RUSSO, MARIA ZAKHAROVA, RISUONA IL SILENZIO DEL LEGHISTA
C’È L’IMBARAZZO PER I RAPPORTI PASSATI CON MOSCA E PER I CONTINUI AMMICCAMENTI A PUTIN… SE L’OBIETTIVO RUSSO CONSISTEVA NEL SEMINARE ZIZZANIA IN ITALIA, L’EFFETTO È STATO UN BUCO NELL’ACQUA
È un fronte repubblicano quello che si forma rapidamente nel pomeriggio romano non appena, alle 15,23 di ieri, si consuma lo sfregio della Russia al Quirinale. «Mattarella blasfemo», dirama l’agenzia Tass.
Maggioranza ed opposizione si uniscono nella difesa del presidente della Repubblica. L’uscita della portavoce del ministero degli esteri russo, Maria Zakharova, è reputata alla stregua di «un’offesa alla nazione», per citare la premier Giorgia Meloni, che riassume il sentimento nazionale. «Esprimo la mia piena solidarietà, così come quella dell’intero governo, al presidente Mattarella, che da sempre sostiene con fermezza la condanna dell’aggressione perpetrata ai danni dell’Ucraina».
La destra, da Ignazio La Russa in giù, si unisce, nella condanna, al centrosinistra di Elly Schlein, che afferma: «Il Pd si riconosce nelle parole del Capo dello Stato». Si fa sentire anche il ministro degli esteri Antonio Tajani.
Se Putin pensava di dividere l’Italia il tentativo può dirsi fallito.
L’unica nota stonata è il silenzio dei vertici della Lega. Matteo Salvini tace. Fa eccezione il presidente della Camera Lorenzo Fontana, per fatto istituzionale. Soltanto in serata il partito fa intervenire il vicepresidente del Senato Gian Marco Centinaio e il deputato Paolo Formentini.
Alle tre del pomeriggio Mattarella è al Quirinale, nel suo ufficio. È reduce dalla mattinata trascorsa alla Corte dei Conti. Gli riferiscono del dispaccio della Tass, l’agenzia di stampa ufficiale russa: a Marsiglia, paragonando l’invasione in Ucraina ai metodi del Terzo Reich, si sarebbe macchiato «di invenzioni blasfeme». Parole come pietre. È un’intemerata che colpisce per il delicato contesto nel quale cade: pochi giorni dopo la legittimazione trumpiana di Putin e l’annuncio dell’avvio delle trattative per la fine della guerra in Ucraina con l’Europa confinata nelle vesti di spettatrice.
Mattarella legge. Si consulta con i suoi collaboratori. Si fanno vivi da palazzo Chigi. Decide di non replicare. È assolutamente sereno e rimanda alla lettura del testo pronunciato a Marsiglia, viene fatto filtrare dal Quirinale.
Ma cos’è successo a Marsiglia? È il 5 febbraio. Un mercoledì di opulenza primaverile. Mattarella nel pomeriggio riceve la laurea honoris causa dall’università della seconda città francese. Tiene una lectio magistralis di 28 minuti, ricca di rimandi storici, in cui paragona l’attuale situazione mondiale a quella degli anni Trenta. Il succo è: il protezionismo e la fine del diritto internazionale hanno contribuito a spalancare le porte alla Seconda guerra mondiale.
Quindi ricordando la crisi del 1929 e il fatto che gli Stati allora scelsero di non affrontare la recessione in modo coeso, dice testualmente: «Fenomeni di carattere autoritario presero il sopravvento in alcuni Paesi, attratti dalla favola che regimi dispotici e illiberali fossero più efficaci nella tutela degli interessi nazionali. Il risultato fu l’accentuarsi di un clima di conflitto – anziché di cooperazione – pur nella consapevolezza di dover affrontare e risolvere i problemi a una scala più ampia. Ma, anziché cooperazione, a prevalere fu il criterio della dominazione. E furono guerre di conquista. Fu questo il progetto del Terzo Reich in Europa. L’odierna aggressione russa all’Ucraina è di questa natura ».
Perché Mosca reagisce con nove giorni di ritardo? «Mattarella ha fatto paralleli storici oltraggiosi e palesemente falsi con la Germania nazista», sostiene Zakharova. Non vi è stata alcuna equiparazione della Russia alla Germania nazista, ma semmai l’equiparazione del metodo di conquista militare, è il pensiero che emerge dal Colle. E c’è in quell’aggettivo, “sereno”, la convinzione di avere parlato con coscienza.
(da agenzie)
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