SCONTRO NEL PD, LA MINORANZA VUOLE CHE I BONUS VADANO AI PIU’ POVERI
LO DIREBBE PIU’ CHE ALTRO IL BUON SENSO CHE NON ALBERGA AL GOVERNO
La legge di Stabilità al battesimo del voto in Commissione Bilancio della Camera con l’obiettivo di chiudere l’esame in settimana in attesa dell’approvazione in aula il 27 novembre, dopo l’esame del Jobs Act. «Restituisce fiducia e riduce le tasse», dichiara on line il premier Renzi.
Scontro all’interno del Pd: la minoranza con Fassina, Cuperlo e Civati presenta gli 8 emendamenti annunciati che prevedono la modifica dei criteri di assegnazione del bonus da 80 euro parametrandolo all’indicatore Isee e dunque rivolgono l’aiuto ai redditi più bassi.
Proposta anche la riduzione della platea per il bonus bebè (da 90 mila a 70 mila euro di reddito familiare); il divieto di beneficiare degli sconti contributivi per le assunzioni alle aziende che abbiano fatto recenti licenziamenti.
«Bene la conferenza stampa delle minoranze Pd sulla Stabilità », scrive su Twitter il deputato M5S Danilo Toninelli, che aggiunge: «Speriamo che ora dialoghino col M5S per aiutare famiglie e imprese in difficoltà ».
Dura invece la reazione dei renziani.
«Altro che metodo democratico, altro che discussione e confronto interno. A parole si dice di volere il bene della casa comune, nei fatti ci si comporta come se non se ne facesse parte», osserva Ernesto Carbone della segreteria del Pd.
Il clima è teso e non sono stati ancora affrontati a colpi di voti gli emendamenti più caldi che occuperanno la Commissione da stamattina: bonus bebè, Tfr in busta paga e 80 euro.
Su uno di questi temi c’è già da registrare una posizione netta del governo: «Il bonus di 80 euro non si tocca», avverte il sottosegretario al Tesoro Pier Paolo Baretta.
In prima battuta ieri è stato comunque approvato il rafforzamento della manovra di 4,5 miliardi chiesto dalla Commissione di Bruxelles che lunedì darà il suo giudizio sulla Finanziaria italiana.
L’emendamento del governo corregge, dunque, i saldi della legge di Stabilità .
Le misure previste riducono di 3,3 miliardi il fondo taglia tasse, sfoltiscono di 500 milioni fondi del cofinanziamento nazionale ai fondi strutturali europei e allargano la reverse charge dell’Iva alla grande distribuzione, cioè agli ipermercati, i supermercati e i discount alimentari.
Per quest’ultima misura è stata introdotta l’ennesima clausola di salvaguardia che rischia di portare un aumento delle accise sulla benzina poichè l’ampliamento della reverse charge deve essere sottoposto all’ok Ue.
«Mi aspetto che sarà riconosciuto lo sforzo anche qualitativo sul bilancio e sulle riforme strutturali», dice il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan rispondendo a chi gli ha chiesto se ci sia preoccupazione per l’imminente giudizio Ue sulla manovra. Secondo il titolare di Via Venti settembre la legge di Stabilità «coniuga consolidamento della finanza pubblica e crescita».
Padoan si è anche soffermato sulle prospettive di crescita del Paese: «Per l’ultimo trimestre — aggiunge — mi aspetto che continui a dimostrare quello che sta già succedendo, cioè che la macchina smetta di scendere e cominci la risalita».
Tra le misure esaminate anche l’emendamento Pastorelli e Di Gioia in Commissione Bilancio della Camera che proponeva di trasferire le risorse della Cassa conguaglio per il settore elettrico alla Tesoreria unica. E’ stato bocciato.
Intanto anche Forza Italia si prepara alla battaglia della legge di Stabilità .
Ieri ha presentato la sua “contromanovra”. Si tratta di 72 emendamenti, già dichiarati ammissibili, che spaziano dalla tassazione sulla casa al Mezzogiorno.
(da “La Repubblica“)
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