ART. 18, DA BERSANI A SACCONI
APPROVATO L’EMENDAMENTO DEL GOVERNO CHE METTE D’ACCORDO MINORANZA PD E NCD
È stata una corsa continua a intestarsi l’emendamento sul Jobs Act presentato ieri dal governo.
Un testo che, per la prima volta in forma chiara, esclude l’applicazione del reintegro “per i licenziamenti economici” prevedendo “un indennizzo economico certo e crescente con l’anzianità di servizio”.
Il reintegro viene previsto, nero su bianco, solo per i licenziamenti “nulli e discriminatori” ma anche per “specifiche fattispecie di licenziamento disciplinare ingiustificato”.
Queste ultime righe, che rinviano ai decreti delegati l’indicazione concreta delle “fattispecie”, cioè la lista esatta dei licenziamenti previsti, è stata impugnata sia dalla minoranza Pd legata a Pierluigi Bersani che dal Ncd di Angelino Alfano come la prova della propria “vittoria”.
Per tutto il giorno è stato un fluire di dichiarazioni, alle agenzie, su Twitter, in interviste concesse a giornali e tv, per assicurare il proprio elettorato che hanno vinto i riformisti, la sinistra che si impegna oppure, come twitta il responsabile economico democratico, Filippo Taddei, “ha vinto tutto il Pd”.
La norma permetterà al Jobs Act di procedere spedito anche perchè, se dovessero esserci “migliaia di emendamenti” sarà posta la fiducia come conferma lo stesso Taddei (che però non ha incarichi nè di governo nè parlamentari).
Fuori dall’accordo siglato ieri, e che ha prodotto il voto favorevole della commissione Lavoro, si sono collocati il Movimento 5 Stelle, Sel, Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega che hanno votato contro e subito dopo abbandonato i lavori della commissione in segno di protesta.
L’intesa con la minoranza sul Jobs Act non ha però chiuso il contenzioso interno al Pd.
Le varie minoranze, da Speranza a Pippo Civati, hanno fatto fronte comune.
In apposita conferenza stampa ecco pronti otto emendamenti alla legge di Stabilità per favorire gli investimenti, contrastare la povertà , ampliare gli ammortizzatori sociali. Una mossa immediatamente stigmatizzata dai “renziani” come Ernesto Carbone, membro della segreteria: “La minoranza si comporta come se non fosse nel Pd” ha dichiarato l’autore del tweet sullo “sciopero dell’Immacolata” a proposito della Cgil. Anche in questo caso, rituale sequenza di dichiarazioni in agenzia per ribadire le varie posizioni.
Salvatore Cannavò
(da “Il Fatto Quotidiano“)
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