SE VUOI CRESCERE, NON DISTURBARE GLI EVASORI: IL GOVERNO SANZIONA I CONTROLLORI DEL FISCO
PER LA MAGGIORANZA, DALLA CRISI SI ESCE LASCIANDO MANO LIBERA ALLE IMPRESE: L’AGENZIA DELLE ENTRATE INVITERA’ I FINANZIERI A NON VESSARE CON TROPPI CONTROLLI… IL GOVERNO NON ABBASSA LE TASSE? TANTO VALE EVITARE CHE LE PAGHINO
La politica economica il governo ormai la fa così: convoca una conferenza stampa per presentare un decreto il cui testo non è consultabile, perchè bisogna ancora finirlo di scrivere e serve il via libera del Quirinale.
Dentro ci sono delle misure a costo zero (cioè che non muovono soldi) e forse a impatto zero, visto che nessuno, anche al ministero del Tesoro, sa prevedere quale effetto avranno sull’economia.
Però, garantisce il ministro Giulio Tremonti, “dentro c’è di tutto, è davvero corposo”.
In attesa di leggerne il testo, alcune cose sono già però chiare.
Il governo pensa che dalla crisi si esca lasciando mano libera alle imprese: l’Agenzia delle entrate — assicura Tremonti — sanzionerà i finanzieri che vessano gli imprenditori con troppi controlli, è in arrivo una circolare ufficiale dell’Agenzia.
Intanto il direttore Attilio Befera, tremontiano di ferro, scrive ai dipendenti intimando loro di non esagerare: “Se il contribuente ha dato prova sostanziale di buona fede e di lealtà nel suo rapporto con il Fisco, ripagarlo con la moneta dell’accanimento formalistico significa venire meno a un obbligo morale di reciprocità , ed essere perciò gravemente scorretti nei suoi confronti”.
E visto che anche l’occhio vuole la sua parte, “la Guardia di finanza non farà più ispezioni in divisa”, promette Tremonti.
E pazienza se ci sono 120 miliardi di evasione fiscale, siamo in campagna elettorale e bisogna pur dare qualche segnale agli imprenditori che si sono rassegnati a non vedere in tempi brevi una riduzione delle tasse (lo ha ribadito anche Silvio Berlusconi, due giorni fa).
Visto che di soldi pubblici non se ne possono spendere — ma Tremonti giura che la manovra finanziaria che a molti sembra inevitabile non arriverà a giugno — il governo spera che la crescita la producano i privati.
E gli concede, come immagine e sensazione, l’incentivo dell’evasione.
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