SENATORI NOMINATI E PROTETTI DALL’IMMUNITA’: LA “GRANDE RIFORMA” DI RENZI
FAVOREVOLI PD, FORZA ITALIA, NCD E UDC
Il punto più spinoso della giornata era questo: l’immunità .
Alla fine, dopo la bocciatura i tutti gli emendamenti aggiuntivi all’articolo 8, il testo uscito dalla Commissione resta invariato.
Quindi, come per i deputati, anche per i nuovi senatori l’immunità resta.
Su questo tema il dibattito si era prolungato, dopo che l’Aula aveva esaminato velocemente gli articoli precedenti: sette in sole due ore.
Un record visti i tempi del dibattito dei giorni scorsi. L’aula ha infatti approvato rapidamente e senza difficoltà , anche grazie ai pochi interventi, gli articoli da 3 a 9 del ddl Boschi che vertono su temi meno delicati della riforma costituzionale, ossia l’abolizione dei senatori a vita, il divieto di vincolo di mandato, la durata della Camera, i regolamenti.
E soprattutto l’abolizione delle indennità per il nuovo senato.
L’immunità resta.
I due ‘contraenti’ del patto del Nazareno sulle riforme, Pd e Forza Italia, si sono detti a favore della permanenza delle guarentigie anche per i nuovi futuri senatori.
In sostanza, Pd e Forza Italia sostengono che i futuri senatori dovranno godere dell’immunità e, quindi, non devono avere un trattamento diverso rispetto ai colleghi deputati, anche se non saranno più eletti in maniera diretta.
Nel dibattito che si è svolto al Senato sugli articoli aggiuntivi all’8 del ddl riforme, quelli appunti relativi all’immunità , il senatore azzurro Donato Bruno ha spiegato chiaramente che “Forza Italia voterà a favore del provvedimento così come uscito dalla commissione”, quindi con l’immunità .
Anche il capogruppo Pd, Luigi Zanda, ha chiarito: “anch’io sarei per il testo uscito dalla commissione”.
A favore anche Pier Ferdinando Casini (Udc), l’Ncd con Gaetano Quagliariello.
Si sono detti contrari, invece, Loredana De Petris (Sel), i ‘dissidenti’ del Pd Felice Casson e Vannino Chiti, il socialista Enrico Buemi.
La relatrice Anna Finocchiaro ha rivendicato l’equilibrio della norma così come uscita dalla commissione.
Governo e relatori si sono quindi rimessi all’Aula sugli emendamenti aggiuntivi all’articolo 8 del ddl.
(da “Huffingtonpost”)
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