SINDACO DI NAPOLI, INTESA DE LUCA-M5S SULL’EX MINISTRO MANFREDI, MA IL PD SI DIVIDE
LETTA INVIA BOCCIA IN MISSIONE: SULL’EX RETTORE I DUBBI DEL CONSIGLIERE REGIONALE CASILLO
Missione Napoli. Due giorni in regione per Francesco Boccia, ex ministro agli Affari regionali, ora responsabile degli enti locali nella segretaria di Enrico Letta.
Ieri Boccia ha incontrato il segretario dei dem napoletani Marco Sarracino, venerdì aveva aperto il dossier Comunali incrociando a Salerno i deluchiani.
C’è voglia di accelerare per avere entro fine aprile liste, candidato sindaco.
Dai colloqui sull’asse Napoli-Salerno sembrano venire fuori un po’ di indicazioni: avanti con l’allenza tra Pd-M5s e gli altri partiti di centrosinistra, ma salgono le quotazioni di un candidato sindaco di area dem.
In pole position Gaetano Manfredi, ex ministro del governo Conte, tecnico di area Pd che piace ai 5s e mette d’accordo De Luca e il suo partito.
Eppure sul nome di Manfredi rischia di dividersi il Pd napoletano. Perchè quella candidatura non convince l’area di Mario Casillo, capogruppo dem in Regione, mister 41 mila preferenze, colui che ha la cassa dei consensi del Pd a Napoli e provincia. Insomma, un ostacolo di non poco conto.
Se i 5stelle rilanciano, con una intervista a Repubblica della capogruppo regionale Valeria Ciarambino, che dice “nessun veto su Roberto Fico (presidente della Camera, ndr)”, dai dem si ribatte con “nessun veto allora anche su un nostro candidato”.
Il fatto è che la vicenda Roma, dove la sindaca M5s Virginia Raggi è ricandidata senza accordo col Pd, rischia di avere ricadute su Napoli. Complicando l’opzione Fico gradita ai dem.
Che fare? Stringere l’alleanza sulla legge per il debito di Napoli. E ripartire per il sindaco dalla terna cara al Pd dove oltre a Fico ci sono gli ex ministri Vincenzo Amendola e Manfredi. Un nome Pd, e non del M5s, renderebbe più digeribile l’alleanza al governatore De Luca che non fa salti di gioia per i pentastellati.
I deluchiani avevano minacciato anche un “candidato civico”, fuori dagli accordi. Ma l’incontro con Boccia avrebbe indotto a più miti consigli: inutile forzare la mano col partito anche perchè ci saranno le elezioni politiche e il figlio del presidente, il deputato Piero De Luca, va ricandidato.
E la gestione Letta non fa sconti a nessuno. Allora se tutte le strade portano a Manfredi, bisogna valutare però gli effetti sugli equilibri dei dem napoletani.
Scettico Casillo che si sarebbe confidato coi suoi: “Ho delegato De Luca, l’importante per me è essere garantito. La verità è che ho più rapporti con Amendola che con Manfredi. È chiaro che voglio la mia rappresentanza: sulle municipalità , per esempio. Che facciamo? Arriva un candidato sindaco che propone per le presidenze persone che non si conoscono nemmeno…”. Dissidi e giochi di corrente: l’ex ministro Manfredi è fratello di Massimiliano, consigliere regionale che incrocia il suo bacino di voti in provincia con Casillo. Sì, l’intesa Pd e M5s è ben avviata: ma se non si trovasse la quadra? Niente primarie, si sarebbero detti Sarracino e Boccia. Tra i deluchiani si avanza una ipotesi: Pd e M5s separati al primo turno, con l’accordo preventivo di appoggiarsi a vicenda al ballottaggio. Possibile?
(da “La Repubblica”)
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