SOS MEDITERRANEE: “INERZIA CRIMINALE DEGLI STATI EUROPEI, 13.000 MORTI ANNEGATI NEL MEDITERRANEO SULLA LORO COSCIENZA”
“AQUARIUS COSTRETTA A UNA ODISSEA FORZATA E DEVASTANTE, IN VIOLAZIONE DELLE CONVENZIONI INTERNAZIONALI”… APPLAUSI SCROSCIANTI DEI 700 GIORNALISTI DI TUTTO IL MONDO CHE HANNO POTUTO VERIFICARE COME IL GOVERNO ITALIANO HA DISONORATO IL NOSTRO PAESE
La verità è una e una sola: sulla pelle di pochi disperati hanno sparso e cavalcato l’odio a fini propagandistici.
Come se il problema dell’Italia fossero alcune barche delle Ong (mentre il grosso dei soccorsi viene fatto da nomi militari e Guardia Costiera) e una inesistente invasione.
I numeri sono chiari. Ma è altrettanto vero che il governo di Polizia a guida Salvini stia cavalcando questa bolla xenofoba.
Non mancano le accuse all’Italia: “Quella vissuta in questi giorni dai 630 migranti che la nave Aquarius aveva soccorso nel Mediterraneo centrale è stata una “odissea forzata, pericolosa e devastante”, dovuta anche alla chiusura dei porti italiani, e deve suonare “come un campanello d’allarme per i leader europei”
Lo ha detto l’ong Sos Mediterranee, che ha la nave in noleggio gestendola in partnership con Medici senza frontiere
Concetto ribadito in una conferenza nella sala stampa allestita nell’edificio Veles i Vents della Marina Real Juan Carlos I, a Valencia.
Incontro stampa scandito dagli applausi dei cronisti e operatori tv ai responsabili della ong per la riuscita dell’operazione che ha portato a terra i 630 migranti, con il supporto fondamentale di Guardia costiera e Marina militare italiane con le loro unità Dattilo e Orione.
“Non è tollerabile che possa ripetersi una situazione come questa”, ribadisce la ong sottolineando anche il coraggio e la resilienza dei 630 naufraghi, insieme alla “professionalità e la profonda umanità dell’equipaggio della Aquarius”, tutti aspetti da “elogiare”, come pure “lo straordinario apporto che Sos Mediterranee ha ricevuto dalla società civile in Spagna e in tutta Europa”.
L’ong parla di “criminale inerzia degli Stati europei e che si è tradotta in oltre 13mila morti annegati bel Mediterraneo dal 2014, cioè “da quando i leader europei hanno detto ‘mai più dopo la tragedia di Lampedusa. L’Europa porta quei morti sulla propria coscienza”.
Di qui l’appello della Ong perchè tutti gli Stati membri della Ue si assumano le proprie responsabilità e mettano il soccorso in mare al vertice delle loro agende politiche.
Cominciando con l’elaborare un modello europeo di ricerca e soccorso per il Mediterraneo. Prevedendo un numero sufficiente di navi di soccorso, adeguatamente attrezzate ed equipaggiate, da dispiegare in Mediterraneo e permettendo una copertura ampia dell’area di soccorso.
E lo sbarco nel porto sicuro più vicino dev’essere assicurato “in tutti i casi, senza alcun ritardo, in accordo con i regolamenti marittimo.
(da Globalist”)
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