SPAGNA, TRATTATIVE IN CORSO. SOCIALISTI: “NO A INVESTITURA DI RAJOY”, PODEMOS: “SERVE COMPROMESSO STORICO”
SI CERCA DI TROVARE UNA SOLUZIONE DOPO CHE NESSUN PARTITO HA OTTENUTO LA MAGGIORANZA
Il Partito Socialista annuncia di volersi opporre all’investitura a capo del governo di Mariano Rajoy, ma non ha ancora sciolto le riserve sulla creazione di una coalizione alternativa al partito popolare.
Da parte sua, Podemos apre al “compromesso storico”.
All’indomani delle elezioni politiche vinte dal Partito Popolare, primo con il 28% ma non in grado di guidare da solo il Paese, prendono il via le trattative per la formazione della maggioranza.
Di fronte ai partiti si staglia un panorama politico che, tramontato il tradizionale bipartitismo iberico, gli analisti assimilano a quello italiano.
L’annuncio è arrivato dal segretario all’organizzazione, Cesar Luena: il Psoe arrivato secondo alle politiche, non appoggerà l’investitura a capo del governo del premier uscente.
Il leader socialista, Pedro Sanchez, ha annunciato di volersi ricandidare come segretario generale nel Congresso che si terrà tra febbraio e marzo 2016.
La comunicazione è arrivata durante la riunione esecutiva del partito, convocata per analizzare il risultato del voto. A tal proposito, Sanchez ha convocato per sabato prossimo il Comitato federale, l’organo di partito in grado di decidere la politica di eventuali alleanze in vista della formazione del governo.
Al momento, i socialisti non hanno ancora sciolto le riserve sulla creazione di una coalizione alternativa al partito popolare.
Negli stessi minuti in cui sui siti internet rimbalzava l’annuncio dei socialisti, Pablo Iglesias tracciava la strategia di Podemos: dopo la svolta delle elezioni di domenica, per la Spagna “è l’ora degli statisti”, ha detto il leader della formazione viola in una conferenza stampa, precisando che bisogna aprire un “processo di transizione che porti a un compromesso storico nel nostro Paese”.
Iglesias ha chiesto una riforma della costituzione su 5 punti: legge elettorale proporzionale, ‘blindare’ i diritti sociali, garantire il ‘diritto di decidere’ e un referendum sulla indipendenza della Catalogna, l’indipendenza della giustizia, e la fine delle ‘porte girevoli’ fra politica e grandi imprese.
Anche il leader dei post-indignados, che hanno fatto irruzione in parlamento ieri con 69 seggi su 350 diventando la terza forza politica del paese dopo Pp e Psoe, ha detto che Podemos si opporrà a un possibile governo Rajoy.
Iglesias ha sottolineato che il Psoe ha perso sei milioni di voti rispetto al suo migliore risultato, nel 2008 con Josè Luis Zapatero, e che il Pp ha registrato il peggiore risultato dal 1989.
Iglesias ha anche affermato che Podemos è pronto ad affrontare elezioni anticipate se la situazione politica rimarrà bloccata.
“Se si torna a votare, ha affermato, possiamo essere molto ottimisti“.
(da “il Fatto Quotidiano”)
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