STATALI A STIPENDIO BLOCCATO, ALTRA PROMESSA MANCATA DI RENZI, LA MADIA ANNUNCIA: “NON CI SONO SOLDI”
SUL BLOCCO DEI CONTRATTI RETROMARCIA DEL GOVERNO… LA CGIL ATTACCA: “SCONCERTANTE, PRONTI ALLA MOBILITAZIONE”
“È un altro dossier mai arrivato a palazzo Chigi. L’abbiamo letto dai giornali”.
Dieci giorni fa, intervistato da Repubblica, l’ex fedelissimo del premier Graziano Delrio sembrava avere le idee molto chiare sulla voci circolate a mezzo stampa di un possibile nuovo blocco dei contratti pubblici: la solita invenzione dei giornali. Qualcosa dev’essere cambiato in queste due settimane, se un altro esponente del suo governo, il ministro della Pubblica Amministrazione Marianna Madia, oggi è stata costretta ad alzare bandiera bianca ammettendo l’esatto contrario: non ci sono i soldi, niente rinnovo.
A voler essere precisi, la pessima notizia consegnata oggi ai lavoratori pubblici dal ministro per la Pa era già stata scritta sei mesi fa all’interno del Def.
Allora però il ministero dell’Economia si era affrettato a puntualizzare che il Documento di Economia e Finanza, compilato a legislazione vigente, non poteva mettere in conto norme approvate nei mesi successivi.
In altre parole: se il governo avesse voluto rinnovare i contratti avrebbe dovuto trovare i soldi. E i soldi, alla fine, non sono stati trovati.
“Siamo sconcertati, non molto tempo fa era stato il ministro Madia a tranquillizzarci, dicendo che il rinnovo del contratto era un diritto dei lavoratori pubblici e che il governo avrebbe fatto tutto il possibile. Oggi ha annunciato il contrario”, si sfoga ad Huffpost il segretario generale della Fp Cgil. “Siamo di fronte a un governo che smentisce se stesso, una ministra che dice una cosa e ne fa un’altra. Così si fa davvero fatica a fidarsi di chi ci governa”.
Per i lavoratori, fa sapere il responsabile dei Settori pubblici della Cgil, Michele Gentile, significherà una perdita da 600 euro il prossimo anno, 4800 in totale da quando il blocco è partito.
“Se il Governo Renzi pensa di umiliare ulteriormente i dipendenti pubblici” allora “la nostra risposta non potrà essere che la mobilitazione”, spiega ancora Dettori all’Ansa.
Quella del rinnovo del contratto del pubblico impiego è la prima “mina” disinnescata dal governo in vista della legge di stabilità .
Una maxi manovra che già ora — come ha spiegato oggi il premier Renzi — vale da sola 20 miliardi.
Lo sblocco dei contratti ne sarebbe costati altri 3-4. Impossibile nelle maglie strettissime che sta tessendo il ministro dell’Economia. C’è un lungo elenco di impegni da saldare.
Dall’allargamento del bonus Irpef, alla neutralizzazione del taglio alle detrazioni già ipotecato da Letta, all’aggiustamento dei conti reso necessario dai pessimi dati trimestrali del nostro prodotto interno lordo.
Forse, con un altro quadro economico lo spazio si sarebbe anche potuto trovare. In questo, no. E poco importa se anche il sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta, si era spinto persino a definire “ipotesi sconosciuta” la possibilità di un nuovo blocco dei contratti pubblici.
La scadenza del 15 ottobre si avvicina, il tempo delle scelte dolorose anche. Disseminate lungo i primi quasi sette mesi di governo ci sono tante promesse.
Non tutte potranno essere mantenute. Il primo no, pesante, è arrivato oggi.
(da “Huffingtonpost”)
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