STRATEGIE DI GOVERNO: “BLOCCARE L’IVA CON L’IMU SULLE CASE DI LUSSO”
LA PROPOSTA DI FASSINA MENTRE CONFCOMMERCIO DENUNCIA: PRESSIONE FISCALE AL 54%, IL TOP IN EUROPA….ECONOMIA SOMMERSA DI 272 MILIARDI
Il peso dell’evasione e del sommerso economico zavorra il Paese a livelli record, come non succede in nessun altra economia avanzata.
Secondo l’Ufficio studi della Confcommercio, il sommerso economico in Italia è infatti al 17,4% del Prodotto interno lordo (Pil) nel 2012-2013: sottrae al Fisco ogni anno un imponibile da 272 miliardi.
Una diretta conseguenza di questa situazione è che la pressione fiscale si scarica su una fetta minore della popolazione.
Ma per il viceministro dell’Economia, Stefano Fassina, “esiste un’evasione di sopravvivenza. Senza voler strizzare l’occhio a nessuno – dice al convegno Confcommercio – senza ambiguità nel contrastare l’evasione ci sono ragioni profonde e strutturali che spingono molti soggetti a comportamenti di cui farebbero volentieri a meno”.
Una priorità di Fassina resta “fermare l’aumento dell’Iva” e contemporaneament erivedere l’Imu.
La proposta è fatta: “Lasciando l’Imu sulla prima casa sugli immobili “di maggior valore”, pari al “15%” del totale, si possono recupere “2 miliardi per scongiurare l’aumento dell’iva”.
Quindi, si potrebbe eliminare l’Imu prima casa per “l’85% delle famiglie” e destinare le risorse derivanti dal restante 15%, o per lo stop al rialzo Iva o “in interventi fiscali sui redditi più bassi, a sostegno dei consumi, o a sostegno della cassa integrazione in deroga”.
Tornando allo studio Confcommercio sulla situazione fiscale, il sommerso in Italia risulta dunque più elevato che nella maggior parte delle economie avanzate: in Messico vale l’11,9% del Pil, in Spagna il 9,5%, nel Regno Unito il 6,7%, negli Stati Uniti il 5,3%, in Svezia e in Austria il 4,7%, in Francia il 3,9%, in Irlanda il 3,3%, il Belgio il 2,7%, in Canada il 2,2% e in Danimarca l’1,9%. In Australia, Olanda e Norvegia l’economia sommersa è sotto l’1% del Pil.
Secondo Confcommercio, la pressione fiscale effettiva, il gettito cioè osservato in percentuale di Pil emerso, si attesta quest’anno al 54%, al top fra le economie avanzate.
La pressione fiscale apparente, secondo calcoli prudenziali che non includono aumenti Iva ma solo quelli su Imu e Tares, è invece al 44,6% del Pil nel 2013.
La classifica anche in questo caso proietta il Belpaese al top tra le economie principali.
In Danimarca la pressione fiscale effettiva è al 51,1% del Pil, in Francia al 50,3%, in Belgio al 49,3%, in Austria al 46,8%, in Svezia al 46,7%, in Norvegia al 42,3%, in Olanda al 40,8%, nel Regno Unito al 40,4%, in Spagna al 36,7%, in Australia al 34,8%, in Canada al 31,9%.
Chiudono la classifica Irlanda (28,4%) Stati Uniti (27,9%) e Messico (26,2%).
Il nostro è poi uno dei Paesi in cui la pressione fiscale è cresciuta di più tra il 2000 e il 2013 (+2,7%), passando dal 41,9 al 44,6%.
In Portogallo il peso delle tasse nel periodo 2000-2013 è cresciuto del 3,2%, in Giappone del 2,6% e in Francia del 2,3%.
“Gli italiani sono un popolo di pagatori di tasse”, ha spiegato il direttore dell’Ufficio studi di Confcommercio, Mariano Bella, presentando i dati.
Secondo l’associazione “l’alto livello della pretesa fiscale” in Italia è “il primo incentivo all’evasione”.
Tra gli altri fattori determinanti il valore atteso della sanzione (efficienza della giustizia civile), la percezione dell’output pubblico e la facilità dell’adempimento spontaneo delle obbligazioni fiscali.
“Oltre una certa soglia – ha osservato Bella – l’aumento delle imposte genera una riduzione della crescita. L’eccesso di imposizione riduce le nostre possibilità “.
Dal convegno di Confcommercio il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Attilio Befera, ha spiegato che la lotta all’evasione dovrebbe consentire il recupero di 12-13 miliardi nel 2013: “Ogni anno – ha detto – noi recuperiamo dai 2 ai 3 miliardi in più rispetto a quanto previsto dal bilancio preventivo. Quest’anno a metà anno siamo esattamente in linea con l’anno scorso e a fine anno dovremmo essere a 12-13 miliardi”.
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