SUL MES FORZA ITALIA E’ SPACCATA TRA FILO E ANTI ALLEANZA CON LA LEGA
TAJANI, GHEDINI, RONZULLI, MULE’, SCHIFANI PRO-LEGA DA UNA PARTE, BRUNETTA, POLVERINI, NAPOLI, CARFAGNA E PRESTIGIACOMO DALL’ALTRA
Lo sfogatoio della riunione del gruppo alla Camera di mercoledì sera è stata la cartina di tornasole di tensioni, malumori, ripicche, scontri ideologici e personali che ormai dominano in un partito come Forza Italia diviso fra due anime, quella che preme per un centrodestra unito a tutti i costi e quella che aspira ad un ruolo autonomo.
Ma il confronto anche molto aspro non ha ancora portato a una rottura.
Anzi, faticosamente si sta lavorando ad una mediazione che tenga tutti o quasi dentro, vista la necessità di allinearsi al leader, Silvio Berlusconi.
Il vicepresidente azzurro Tajani dall’inizio sostiene le ragioni del no di Berlusconi alla riforma del Mes, spiegando che la contrarietà nasce da lontano e non dipende dal diktat di Salvini (col quale comunque il patto sarebbe stato siglato nei giorni scorsi).
Con lui sta quasi tutto lo stato maggiore di FI: da Ghedini alla Ronzulli, dalla Bernini a Schifani, da Mulè a Giacomoni.
Dall’altra parte c’è soprattutto Gianni Letta, che ha costruito la linea «responsabile» di FI suggellata con il voto sullo scostamento di Bilancio, la Gelmini, un nutrito gruppo di deputati come Polverini, Napoli, Occhiuto, Russo, Prestigiacomo, Ruggieri, l’area vicina a Mara Carfagna. E, naturalmente, Brunetta. Che ha tuonato contro la scelta di respingere la riforma del Mes e lo ha fatto con toni talmente alti da indispettire Berlusconi, che sarebbe sbottato ponendo un aut-aut: o rientra nei ranghi, o non può più essere responsabile economico del partito.
(da agenzie)
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