SUPERBONUS, ORA GRIDANO ALLA “MEGA-TRUFFA”, MA L’HANNO SEMPRE APPOGGIATA
MISURA CHE E’ SERVITA A TUTTI I PARTITI PER FARE PROPAGANDA… LEGA, FDI E FORZA ITALIA IN PRIMIS
È il 16 luglio del 2020 quando il Senato approva il decreto Rilancio su cui il governo Conte-2 aveva posto la fiducia: 159 sì e 121 voti contrari. Il decreto contiene il Superbonus al 110% ma anche la cedibilità di tutti gli altri crediti fiscali edilizi: nessuno da FdI, Lega e Forza Italia contestò la misura.
Il capogruppo di FdI, Nicola Calandrini si era perfino scagliato contro la farraginosità della procedura per il Superbonus: “Durerà per soli 18 mesi… i tempi rischiano di rendere impraticabile l’ottenimento di questo incentivo”.
In totale, sul Superbonus si contano almeno una trentina di modifiche. Anche solo limitandosi alle principali, in nessun momento la norma è stata contestata né ha ricevuto scossoni fondamentali – da parte dei suoi critici odierni – fino all’autunno del 2022.
Aprile 2021.
Il 26 aprile del 2021 Draghi conferma l’utilità del bonus e che “non c’è alcun taglio”. Aggiunge che “la misura è finanziata fino alla fine del 2022” e che è un “provvedimento importante per costruzioni e ambiente”.
A ottobre il premier spiega che i bonus edilizi “hanno avuto un ruolo molto positivo per stimolare la ripresa nelle costruzioni”. Lo stesso Beppe Grillo aveva legato il sostegno del M5s al governo alle rassicurazioni – arrivate – sul mantenimento della misura.
Dicembre 2021.
La legge di Bilancio per il 2022 proroga così l’incentivo e inserisce scadenze differenziate. Nel disegno di legge presentato in Parlamento, era stato proposto di limitare il bonus ai proprietari delle villette unifamiliari con un Isee inferiore ai 25 mila euro.
Durante l’esame in Senato, il tetto era stato poi cancellato. Tra i favorevoli all’eliminazione del vincolo c’è la Lega: “Niente tetto Isee. L’avevamo promesso” twittò Matteo Salvini il 21 dicembre.
A onor del vero, la proposta del Carroccio era di ridurre dal 110 all’80 % il Superbonus, ma sempre senza limiti Isee. Salto in avanti: il 13 febbraio 2022, l’allora ministro allo Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti critica la scelta del Parlamento di non limitare il Superbonus che darebbe “soldi ai miliardari”. Poco dopo Salvini lo definì “strumento assolutamente efficace”.
Gennaio 2022.
Dopo aver prorogato la misura, passata la partita del Quirinale, il governo decide per una stretta sulla cedibilità dei crediti dei bonus edilizi e si inizia a lottare sui limiti. Circolano bozze, FdI accusa il governo di voler “ammazzare il Superbonus”.
A gennaio, arriva il decreto Sostegni, licenziato dal Consiglio dei ministri. Giancarlo Giorgetti, in conferenza stampa, cita Draghi e precisa che “il problema sono i meccanismi di cessione disegnati senza discrimine” e puntualizza: “Non tocchiamo il Superbonus”. Il 26 marzo la Camera dà il via libera. I bonus possono essere ceduti un massimo di tre volte: la prima a tutti i soggetti e le due successive solo a banche, intermediari finanziari e società appartenenti a un gruppo bancario vigilato.
Luglio 2022.
Nei mesi successivi prosegue il balletto dei crediti. A luglio del 2022 il governo deposita un emendamento che prevede che le banche potranno “cedere sempre il credito a soggetti” diversi da “consumatori o utenti” ma nessuna proroga viene concessa. Per tutta l’estate non si trova un accordo, l’opposizione chiede che si trovi una soluzione. Il 14 settembre il dl Aiuti bis si sblocca con la riformulazione dell’emendamento sulla responsabilità in solido di chi acquista i crediti fiscali, che si configura solo se c’è “dolo o colpa grave”. Tutti i partiti difendono la misura.
Dicembre 2022.
Cambio di governo, arriva qui la prima stretta meloniana. Anche per accontentare Forza Italia, il 110% viene però prorogato al 31 dicembre 2022 solo per i condomini a determinate condizioni. Per gli altri scende al 90%. Solo ora iniziano i partiti di destra iniziano a criticare il Superbonus.
Febbraio 2023.
C’è il blocco definitivo alla cessione dei crediti da tutti i bonus edilizi: il decreto legge 11 del 2023 è approvato in Cdm nel giro di sette ore giovedì 16 febbraio. Giorgetti è finalmente senza freni: “Misura necessaria per bloccare gli effetti di una politica scellerata usata in campagna elettorale”. Quella di tutti.
(da IL Fatto Quotidiano)
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