TARANTO, DURA CONTESTAZIONE IN SERATA A DEPUTATA M5S DA PARTE DI CITTADINI E AMBIENTALISTI, LA SALVA LA SCORTA, TRA INSULTI E GRIDA DI “ASSASSINA”
OPERAI ILVA DUBBIOSI SULL’INTESA RAGGIUNTA
L’onorevole Rosalba De Giorgi, eletta a Taranto per i Cinque Stelle, è stata fortemente contestata questa sera a Taranto dagli ambientalisti e dai rappresentanti dei movimenti e delle associazioni che nel centro cittadino hanno indetto un presidio di 24 ore per chiedere la chiusura dell’Ilva.
La manifestazione era programmata da giorni ma è coincisa oggi con la firma dell’accordo al Mise.
La parlamentare ha deciso di presenziare al sit in ma, appena i manifestanti e gli attivisti l’hanno vista, l’hanno circondata e insultata.
Le hanno gridato “Assassina”. La parlamentare, scortata dalla Polizia, ha dovuto rapidamente abbandonare piazza della Vittoria. La contestazione è stata molto forte.
Una serie di movimenti e associazioni ambientaliste attestate su posizioni radicali chiedono infatti lo stop all’Ilva e l’avvio della riconversione economica del territorio e non accettano l’accordo di oggi che invece, sia pure su basi nuove, assicura la continuità produttiva dell’acciaieria. La parlamentare è stata eletta nel collegio Puglia 10, il collegio camerale del capoluogo ionico, riportando circa 60mila voti di preferenze.
L’accordo divide gli operai, ambientalisti contrari: le reazioni.
L’accordo sull’occupazione tra Mittal e sindacati divide gli operai dell’Ilva, mentre il governatore pugliese Michele Emiliano annuncia che non darà il suo assenso sul piano ambientale “senza garanzie sulla salute dei miei concittadini”, e l’arcivescovo di Taranto, Filippo Santoro, parla “di buon punto di partenza per un nuovo corso che guardi al futuro facendo tesoro degli errori passati”.
La città è ancora lacerata dalle contrapposizioni e nel tardo pomeriggio è iniziato un sit-in di protesta, che durerà 24 ore, promosso da cittadini e associazioni che chiedono il rispetto del contratto di governo che annunciava chiusura delle fonti inquinanti e riconversione economica del territorio. In piazza della Vittoria, tra i tanti, campeggia uno striscione: “Taranto senza Ilva”.
Con la cessione dello stabilimento a Mittal, sostengono i promotori della protesta, si sta “condannando, di fatto, Taranto ad almeno altri 10 anni di inquinamento, malattia e morte”.
Per il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, invece, “alla fine ha prevalso il buon senso in tutti, la politica strumentale ha fatto un passo indietro”.
“In generale – ha aggiunto il primo cittadino – mi sembra di comprendere che in molti aspetti, al netto di qualche numero, l’accordo sia figlio della piattaforma che già avevamo contribuito ad allestire con il precedente ministro”. Il riferimento è alla gestione del dossier Ilva da parte dell’ex ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda.
In attesa di discutere l’accordo sindacale in assemblea, c’è chi, tra gli operai, ammette di non avere “tanta fiducia in Mittal.
Credo – afferma Piero, un lavoratore del reparto Grf (Gestione rottami ferrosi) – che rivivremo anni difficili, già vissuti con i Riva, se non peggio. Ma spero di sbagliarmi, forse il mio pensiero è dettato da quanto accaduto un passato”.
Un’ipotesi “di accordo molto penosa. Troppi dubbi – evidenzia un altro lavoratore – su tutto: io non sono per nulla contento. Comunque so già che sarò in netta minoranza al referendum. Pertanto non andrò neanche ad esprimere il mio parere”.
(da “Huffingtonpost”)
Leave a Reply